Sono passati dieci anni da quando Claudio Abbado non è più con noi e tutti nel ricordarlo si sono ritagliati un attimo personale , come se in ognuno di noi che lo abbiamo tanto amato ci sia rimasto un Abbado personale , un ricordo che si è intrecciato con la nostra vita come se il moltiplicarsi delle emozioni ci restituisse un mosaico del grande dono che ha lasciato nella nostra memoria
Non un ricordo uguale per tutti , ciascuno a suo modo e nelle modalità del ricordo collettivo mi è sembrato che si sia ricomposto un ritratto affettuoso pieno di quel rimpianto che resta come un buco nel cuore per chi lo ha seguito in tanti anni nei quali ci aveva regalato una piccola fetta di quella grande emozione che provocavano i suoi concerti e le sue opere .
Quale momento scegliere adesso che cerco di riandare nella mia memoria ? forse il momento più emozionante fu a Firenze , alla fine di un Simon Boccanegra quando da tutta la prima galleria scese un grande festone con su scritto Bentornato Claudio ! o quando diresse una Settima a quel PalaFenice dopo il terribile incendio che ci aveva tutti sconvolti?
Era sempre un evento corrergli dietro e lui sceglieva sempre un modo elegante e silenzioso di ritornare col suo sorriso garbato per regalarci la sua grande arte con la semplicità dei grandi.
Lascio agli addetti ai lavori la sua memoria ufficiale , io faccio parte di quel mondo di seguaci sconosciuti ai quali il grande direttore ha regalato ascolti diversi e difficili , sicuramente gli devo l’avere capito i grandi compositori dell’Austria Felix che lui prediligeva : Gustav Mahler me l’ha letteralmente regalato lui.
Dieci anni , un soffio di memoria , un sorriso musicale con quel gesto magico della mano sinistra , ancora un grazie Claudio.