Mentre sto tentando di scrivere qualcosa su di lui ho alzato gli occhi sulla parete accanto : c’è un prezioso restauro di Peppino sulla cornice di una Madonna , una piastrella degli anni Trenta che solo un ebanista eccelso aveva saputo recuperare rendendomela nuova .Cosa è stato Peppino Brunetti in questa città ?
Un ebanista insigne , un corniciaio , un doratore , soprattutto un mago che amava il suo teatro , quello che non c’è stato per tanti anni ma che ha visto intorno a questa figura riunirsi tutti gli attori amatoriali , i registi , gli scenografi di una comunità “senza”.
Peppino c’era sempre : per alzare una quinta , per creare un fondale , per tirare su dal nulla quello che tutti gli chiedevamo e che lui diligentemente sapeva creare .
Lo si trovava nella sua bottega sulle scalette , insieme a lui sempre tanti amici artisti ; casa e bottega ,col suo grembiule grigio d’ordinanza.
La sua felicità fu la riapertura del Teatro vero della sua amata Ancona quando ormai era decisamente vecchio ma aveva mantenuto quel luccichio negli occhi di chi del teatro è anima e sogno .
L’ultima volta l’ho incontrato sotto Natale , sempre più piccolo e vivace , mi ha fatto gli auguri col solito modo affettuoso , ormai vecchi complici di sogni passati ci siamo abbracciati in mezzo a Corso Mazzini, con la consapevolezza che ognuno di questi ultimi incontri potesse non riserbarne altri.
Le città sono fatte di strade e palazzi ,ma soprattutto sono fatte di memorie e di uomini : Peppino Brunetti è stato una parte vera di questa Ancona che lo ricorderà , credo , soprattutto per quel suo essere paziente e disponibile . Artigiano del legno e creatore di sogni teatrali.
Salutandolo so di salutare l’anima di quel teatro vero che lui ha tanto amato e che ha fatto di tutti noi una comunità culturale.