La nuova gioventù

Una deputata neozelandese fa il suo primo discorso in parlamento ,ma comincia intonando un canto per poi prodursi nella Haka  , la cerimonia maori che conosciamo tutti perché è un segno distintivo che apre le partite della nazionale di rugby di quel paese .

Sarebbe già un evento in sé , se non fosse anche un altro segno , a mio avviso bellissimo , la deputata ha 21 anni.

Penso al nostro paese così invecchiato nelle sue istituzioni , dove ancora vengono considerati “ragazzi” e definiti tali individui che i trenta anni li hanno superati da un pezzo.

E’ notizia recentissima che il presidente Macron ha nominato primo ministro un “ragazzo” di 34 anni : Gabriel Attal.

Dall’alto della mia più che veneranda età guardo i due episodi lontani tra di loro con grande interesse e speranza perché sono convinta che ci sia nella nuova gioventù una forza e una capacità di rinnovamento impensabile solo qualche decennio fa.

Per questo fa veramente molta impressione l’idea che ancora negli Stati Uniti si  vada verso l’elezione del futuro presidente con una partita giocata tra due vecchi e che in Europa in generale le foto di gruppo di quelli che dovremmo considerare i potenti siano ancora foto ad alta concentrazione geriatrica.

Prendiamo atto che i cambiamenti nella mente umana e della conoscenza scientifica sono sicuramente appannaggio di una nuova forza vitale che chiede solo di prendersi lo spazio di un potere nuovo , fatto di conoscenze e saperi che sono appannaggio  delle menti giovani , a tutte le latitudini del mondo.

Mi sembra molto importante prendere atto di questa improvvisa consapevolezza che è necessità di rinnovamento totale.

I giovani , quelli veri , sono oggi molto più preparati e agguerriti dei loro genitori , per non dire dei loro nonni.

In definitiva basta ricordarsi a quanti anni Thomas Mann scrisse i Buddembrook o quando Mozart compose i suoi capolavori .

Un evergreen

Anche se ne ho già parlato ,ad inizio anno torno a raccontare di un grande successo che un mio post continua ad avere sul mio profilo senza che abbia mai avuto la voglia di postarlo su Youtube.

Era il 12 agosto del 2021, con i miei cari amici eravamo arrivati a Lubiana per un concerto di Kaufmann che si sarebbe dovuto svolgere all’aperto, ma poi un tempo incerto aveva fatto scegliere gli organizzatori un’alternativa al chiuso , in un piccolo auditorium dentro il Narodni Dom.

Arrivati molto presto da Trieste i nostri biglietti cambiati fra i primi ci avevano regalato dei posti splendidi.

Concerto wagneriano , con uno stupendo bis , Ombra di nube ,che neanche dall’inizio ,ho cominciato a registrare .

Ebbene dopo due anni  non c’è giorno che qualcuno non vada a vedere quel mio frammento e ad oggi siamo arrivati , oltre le condivisioni , a 19615 visioni .

Ogni giorno guardo con tenerezza il mio profilo Facebook e c’è sempre qualcuno che lo scopre e magari lo condivide.

Penso seriamente che arriverò a 20000 e sono quasi ventimila persone , molte delle quali non conosco neppure, ma che per caso inciampano in quel magico frammento che si chiude con la mia voce che dice un sonoro “grazie”.

In quel bellissimo concerto c’è anche un brano dei Meistersinger , una vera rarità perchè per motivi di salute del tenore poi non è stato mai registrato : quel meraviglioso “Weiter die stern in lieblichen tanz” che non avevo avuto il coraggio di registrarlo con il video.

Ce l’ho in audio e ogni tanto me lo risento perché è una delle poche volte che Jonas ha ripreso quella bellissima aria che tanto lo faceva ammattire perché sulla stessa musica Wagner aveva pensato bene di cambiare le parole ben tre volte facendo impazzire gli interpreti.

Concerto prezioso , peccato che siano così rare le occasioni per risentire la magica voce in un così magico programma.

Aiuto!

“Ci sono certi giorni in cui “ cantava Ornella Vanoni e ci sono giorni in cui mi arrendo alla ricerca della conferma delle password.

Ogni tanto un verme maligno si insinua nel mio pc e io mi sento quella persona decisamente fuori posto in questo mondo che tutto sommato è abbastanza idiota se ti ricordi la famosa parola perduta.

Purtroppo gli amati nipoti in grado di aiutarmi sono tutti più o meno lontani e poi anche se sono vicini mi trattano con impazienza perché dovrei essere più sollecita alle loro risposte , più attenta a proteggere la mia multiforme e inutile identità virtuale-

La morale è che io adesso ho perduto alcune funzioni abbastanza gradite per la mia vita e devo aspettare strane conferme che mi arriveranno entro un certo periodo di tempo per ritornare padrona delle mie facoltà perdute non so bene come.

Per fortuna ho vari apparecchi che dovrebbero essere integrati fra loro per cui sul telefono ho la funzione , idem sul tablet , i misteri gloriosi e gaudiosi al cui confronto il mistero del Graal è una cosa da deficienti.

Non ho molto da dire sul mio blog, questo è lo sfogo di una poveretta che si sente fuori posto in questo mondo nel quale non avevo neanche chiesto di entrare ma che ormai fa parte della mia vita.

Attendo conferme , passo e chiudo.

Un altro pianeta

Basterebbe il furioso attacco di Kiril Petrenko della fuga tra i lupi di Sigmund per farci capire quanto può essere diverso un momento musicale tante volte ascoltato.

Il concerto di fine anno da Berlino si stacca da ogni altro evento per la straordinaria qualità musicale sia dell’orchestra  che degli interpreti.

Un primo momento di perfetta musicalità ce lo regalano con l’Ouverture del Tannhäuser, perfetta e leggera , nessuna concessione a quel pesante “ritmato” riconosciuto anche in altre prestigiose interpretazioni.

Qui si vola , l’orchestra sorride al suo Maestro in un gioco di sguardi che lo schermo ci rimanda per la gioia  di riconoscere anche i volti dei prestigiosi suonatori. 

Poi il primo atto della Walküre , di cui ho già accennato al prestigioso incipit.

Pare che la musica scaturisca felice dal gesto del magico direttore , per il quale ho l’unico rimpianto per non averlo più a Monaco dove me lo sono goduto  per tanti anni.

L’opera in forma scenica l’avevo vista anche recentemente a Napoli e nessun gesto in più aggiunge niente alla bravura di Jonas e della apparentemente fragile Vida , anche se il ricordo di un nastro maligno che non si voleva scogliere mi riporta sempre a quel Sigmund lontano del Met nella pur pregevole lettura di Levine.

Sembra difficile a chi quest’opera l’ha interpretata tante volte dall’astenersi nel compiere gesti , anche se molto ironicamente Kaufmann nella divertente intervista siparietto dell’intervallo sottolinea con ironia che tutto sommato nel caso della forma in concerto si risparmia la fatica di estrarre Notung dal frassino.

La splendida forma del tenore e la dolcezza della sua Winterstürm non hanno eguali come non ha eguali la lunghezza del suo Wälseeeeee , ormai sono io che ci vado in apnea.

La Mikneviciute  ,che contende ad Asmik la palma prestigiosa di cantante baltica, ha grande voce e soprattutto grande presenza scenica , mi ero già innamorata di lei in Salome , spero davvero di rivederla in Italia , visto che ormai ha imparato la strada.

Mi è spiaciuto non sentire Zepperfield con il suo prezioso fraseggio , anche se ho di lui un ricordo proprio come Hurting in un analogo concerto da Monaco , il sostituto più giovane comunque è del solito altissimo livello della qualità berlinese.

Nell’insieme un grandissimo concerto , di quella qualità rara che solo in terra tedesca può venire offerta a tutti coloro che amano Wagner e che ogni volta , come nel mio caso , sembrano stupirsi per la grandezza del suo genio.

Un ultimo pensiero riguarda la Philharmonie di Berlino :l’hanno copiata tutti , ormai potrebbe essere invecchiata ma non è così, ancora la preziosità del suono che scaturisce da quella strana costruzione dovuta ad un ingegnere navale , quel suo essere stata eretta a ridosso del Muro è il più bell’esempio di gloria culturale imperitura dei Berliner e dei grandissimi direttori che si sono succeduti sul quel podio.

Capodanno di concerti

Nessun confronto possibile , siamo su pianeti diversi.

A Venezia il concerto, nato forse, per rispondere a Vienna , non c’è storia.

Luccica la Fenice di ori troppo recenti e per quanti sforzi faccia la Rai in collaborazione con la Fenice tutto resta un po’ meno importante.

Non si discute la bravura degli interpreti . la qualità musicale garantita da Fabio Luisi , dal dolcezza della voce di Eleonora Buratto , ma è la scelta banale dei “ campioncini “ di italica facilità a rendere tutto come sempre un po’ kitch per non dire paesano.

Vienna , che scende ogni anno in un girone infernale di banalità resiste suo malgrado grazie ai Wiener che fanno “ Capodanno” per tutto il mondo e anche se scelte sempre più decrescenti dal punto di vista della direzione (anche se il peggio non muore mai) ,quella sala infiorata che ricorda tanta gloria musicale , ci è passato tutto il mondo tra quegli ori e quelle cariatidi mantiene il suo fascino primario , anche in differita. 

E’ vero che , come dice un raffinato amico di web , altro che Maestro ! questo sarebbe un soggetto degno di un grande film sulla decadenza del nostro mondo iperconnesso e iperperduto di antiche glorie , ma la saliente magia dei Wiener nell’attacco in sordina di An der schönen blauen Donau vale sempre la pena per rinnovare il rito, non è un caso che ogni volta che metto piede nella decadente capitale un passaggio al Musikverein ce lo faccio sempre , tanto in qualsiasi giorno dell’anno lì si sente sempre il meglio musicale di tutto il mondo.