Mi ricordo

Teatro Pergolesi di Jesi , si celebrava il trentennale di fondazione dell’Associazione marchigiana attività teatrali ed essendo io fra i soci fondatori mi avevano eletta presidente del comitato per i festeggiamenti.

Nel primo pomeriggio , seduta in platea aspettavo i vari ospiti in arrivo quando mi ha avvicinato un ragazzino con tanti capelli e un sorriso larghissimo che si è presentato così : ciao, sono Giovanni!

Era già pianista e compositore famoso ma con quel fare da folletto divertente sembrava tutto meno che un affermato musicista.

Abbiamo parlato tanto di musica . lui con molta leggerezza e allegria e solo quando poi la sera si è esibito ho capito quanto fosse genuina tutta la sua gioia di vivere e la sua semplicità nei rapporti con il mondo.

Ieri sera l’ho rivisto sul teleschermo con lo stesso sorriso , la stessa aria un po’ tralunata e la stessa empatia : Giovanni Allevi , uno strano alieno che il destino ha voluto colpire crudelmente , mi ha commosso davvero il suo messaggio , soprattutto quando ha parlato dei piccoli guerrieri che lottano come lui e che lui ha voluto idealmente portarsi sul palco , certe volte ci vuole molto coraggio per essere così naturalmente nudi davanti al mondo.

Spero veramente che possa suonare ancora quel suo Tomorrow che devo dire , onestamente , non mi è sembrato un capolavoro ma se sappiamo da dove scaturisce acquista un sapore di autentica verità che commuove. La musica , qualunque musica serve soprattutto per arrivare al cuore.

Mitica Giorgia

Non sono proprio entrata nel club , ma sembra che questa settimana non ci sia proprio niente da guardare in tv, leggo pigramente un libro non proprio avvincente e finisco per riaprire la tv .

Una elegantissima Giorgia , una specie di virgola chic nel vestito anni venti tira fuori da un bauletto gli antichi reperti : le musicassette!!

Mi scatta allora una memoria dolcissima :le “Mammamix “che mio figlio mi faceva per quando guidavo tante ore e che mi servivano per farmi compagnia .

Le sue cassette per mamma erano un regalo per i miei gusti difficili ai quali il figlio scapestrato era però decisamente attento : non so neanche dove siano finite e quando le ho buttate via , ma di sicuro ricordo che c’era Alleluhja di Leonard Coen cantata da uno strano ragazzo il cui nome non ricordo e c’era Vedrai di Claudio Baglioni , poi tutte scelte particolari che  adesso mi si confondono nella memoria.

Per quanto riguarda quel poco di festival che ho intravisto mi sorge spontaneo uno strano commento : forse i testi vogliono mandare messaggi , ma io non capisco le parole , questi giovani non sanno cantare , usano il microfono come strumento di modulazione della voce per procurare effetti , ma le parole spesso rimangono in un mix di allitterazioni scollegate.

Non così la mitica Giorgia da cui avevo cominciato la mia piccola cronaca : lei sa cantare davvero , da quello scricciolo escono note vere , sapientemente modulate . Avercene di cantanti così, ovvero l’unica Giorgia che vorrei.