Riletture pucciniane

Ohibò , una Tosca nuova !

Peccato che l’idea di abbinare Edith Piaf a un’opera ce l’aveva già avuta Martellet a Parigi nel 2007 , solo che non era Tosca , ma Traviata. Pazienza.

Che bella idea nuova ambientarla durante il fascismo , anche se ci aveva già pensato Grahm Vick , mi pare proprio che fosse sua quella Tosca fiorentina della fine del secolo scorso.

Poi per non andare tanto lontano anche a Salisburgo in questo secolo la Tosca in pantaloni l’avevo già vista con tanto di cupolone e bambini killer.

Molto bella per me la Tosca di Carsen a Zurigo , li la Tosca era la Diva per eccellenza e strepitoso il suo tuffo finale verso il pubblico. E tanto per restare nel colpo di teatro nel teatro abbiamo anche avuto la Tosca “scomparsa” a Vienna con la famosa frase : ah non abbiam soprano !”

Stimo e ammiro Massimo Popolizio , un grande attore teatrale , capace anche di inchiodare gli spettatori a Siracusa negli spettacoli del teatro greco antico, ma l’opera è un tipo di spettacolo da maneggiare con cura e anche le bellissime idee non sempre poi producono spettacoli memorabili .

Comunque gli do la fiducia necessaria come la do alla Tosca di Monaco , anche li spreco di Fasci e citazioni pasoliniane a gogo, staremo a vedere .

Quello che conta davvero , e a Firenze mi pare che sia ottima garanzia sono le cose importanti che fanno la differenza  davvero : gli interpreti e il direttore d’orchestra.-

Ma è possibile che invece gli articoli che riguardano l’opera siano sempre e solo incentrati sulla regia ? 

E’ l’anno pucciniano e le opere del sor Giacomo sono di facile rimaneggiatura , con buona pace dei vecchi melomani puristi e frustrati.

Qualche volta le idee nuove , che poi nuove e originali non lo sono per niente , possono anche produrre miracoli di rilettura .

A Vienna mi è successo con la Turandot. 

Possiamo ancora sperare.

PS: per eventuali date e nomi sbagliati mi affido agli amici che hanno la bontà di leggermi e correggermi, fate pure.