Nove anni fa a Londra fu un colpo di fulmine : Andrea Chénier era tornato ai fasti operistici del primo Novecento grazie a Sir Tony Pappano e al meraviglioso interprete Jonas Kaufmann che seppe incarnare la triste vicenda dello sfortunato poeta vissuto realmente al tempo della Rivoluzione francese.
Ebbene dopo nove anni il miracolo si è rinnovato : più maturo e forse meno romantico ma lo Chénier di Kaufmann è tornato trionfalmente sul palcoscenico della ROH per onorare l’addio al maestro che lascia dopo un ventennio di successi e riscoperte il prestigioso incarico.
Il bellissimo allestimento di McVicar regge benissimo , come reggono i costumi coadiuvanti il leggero cambio fisico del protagonista , ma la cosa strabiliante è che adesso il pericoloso passaggio dell’attacco dell’”Ora soave” sgorga felice e senza sforzo dall’ugola del grande tenore.
Sono cambiati gli altri protagonisti che contribuiscono al rinnovato successo , ma il centro del mio entusiasmo sta tutto nell’avere ritrovato la grande emozione che provai nove anni fa dal vivo.
Grazie alla mia ,mai tanto abbastanza ringraziata amica Valeria, ho potuto godere la visione in streaming che altrimenti non avrei potuto apprezzare per mancanza di sale cinematografiche che ne permettessero la visione nella mia città.
E grazie ancora una volta a Jonas Kaufmann che riesce a riconquistarmi ogni volta che vorrei tradirlo , lui è sempre il solo e unico tenore che seguita ad emozionarmi ogni volta che si impadronisce ed entra con assoluta padronanza in un personaggio e lo fa suo , per sempre , come canta superbamente nel finale dell’addio del Canto della terra.