Sono tutti in fila , allineati gli uni accanto agli altri tutti i libri di Jsmail Kadarè che ho cercato e raccolto anno dopo anno , alcuni facili da trovare , altri fuori stampa o nascosti negli scaffali delle librerie.
Ieri ho avuto la notizia della morte di quello che consideravo un amico , se ne è andato il grande scrittore albanese.
Attraverso i suoi libri ho imparato a conoscere la sua terra : il paese delle Aquile e i suoi eroi, le sue leggende crudeli , i suoi miti e le sue contraddizione che sono in definitiva le contraddizioni e le leggende che si intrecciano in tutti i Balcani.
Gli Scupetari e il loro eroe Castriota mi erano diventati amici anche prima di avere fatto un viaggio in quel paese , quando dopo la fine della dittatura Ever Hocxa, ci sono finalmente andata.
Fra tutti i libri che Kadarè ha scritto forse il più noto tra noi è Il generale dell’Armata morta , forse anche perché ne fu tratto un film , non straordinario , interpretato da un vecchio Marcello Mastroianni.
Ma il libro che ho più amato è sicuramente La Città di pietra, il racconto della sua Argirocastro, per uno strano caso del destino anche la città natale del dittatore Hxha.
Molti dei suoi libri scritti in esilio sono scritti in francese e per molti anni il nome dello scrittore è apparso tra i papabili del premio Nobel che non ebbe mai , ma che come lui stesso diceva ridendo di sé che a forza di dirlo c’erano persone che credevano davvero che lo avesse vinto davvero..
Per me se lo sarebbe sicuramente meritato.