Polvere

Ho un ricordo di bambina di quelli che restano fissati come un fotogramma che non riesce a sgranarsi nella memoria.

Avevo , penso ,sette  anni e ogni tanto suonava l’allarme .

Si entrava nei rifugi , la mamma aveva in braccio e forse la stava allattando ,la mia sorella più piccola.

Poi sopra di noi l’inferno , la mamma che ci abbracciava strette tutte insieme e poi il silenzio irreale.

Quando siamo uscite polvere e confusione : davanti a me una fetta di camera d’ospedale , lassù in alto.

Hanno bombardato una clinica , c’erano mamme e bambini la sotto.

Ieri quel fotogramma è tornato netto davanti a me guardando le immagini di Kiev.

Ho risentito nel naso l’odore della polvere , ho sentito l’angoscia nel cuore e le parole ospedale pediatrico -oncologico fissate come una spina nel cuore.

Poi la memoria si è stemperata , so che quelle bombe , in quel tempo lontano , miravano allo snodo ferroviario vicino , so che chi le sganciava in realtà stava contribuendo alla cacciata dell’invasore nazista , so che vivevamo in un infame regime totalitario.

La storia racconta le motivazioni , assolve e condanna con la giusta distanza dai fatti.

Però nel naso mi è rimasta la polvere di quel mattino lontano , quel terrore che ha durato anni a cancellare la paura del rombo degli aerei nel cielo.

So che i bambini sono sempre le vittime innocenti, so che le guerre sono la vera malattia dell’uomo.

Se c’è un inferno so che ci devono andare gli uomini cattivi , quelli che le guerre le provocano , che le armi le fabbricano , quelli che non basterà il giudizio della storia a condannare,