Certe volte il viaggio sembra più lungo , penso sia colpa del caldo.
Molti cambi di viaggiatori nello scompartimento antico con i sedili di velluto.Tutto perfetto e pure in orario , salvo che fuori della stazione sono spariti i taxi. Soliti lavori in corso .Mi avvio alla ricerca e un taxi si ferma , salgo al volo. Al solito non capisce l’indirizzo ma io sono diventata buonissima: where are you from ? Afgganistan , Kabul , con l’accento sull’a. Fortuna che conosco Monaco , chissà dove mi avrebbe portato. Al mio segnale che mi può fare scendere , ho capito più o meno dove sono. Pago molto di più e attraverso allegramente il Viktualenmarkt , arrivo in albergo dal retro. Piove e fa caldo. Crollo sul letto . Buonanotte.
Passeggiata del mattino : puntuale come un impiegato alle dieci precise il professor Deutch entra dalla porta degli uffici del teatro , esattamente com un anno fa , ma stavolta non lo saluto , mi pare come al solito un po’ stufo. Gli anni pesano per tutti.
Basta stare un po’ sul divanetto in ingresso dell’albergo a leggere e passano..le amiche , quattro chiacchiere, ci vediamo stasera al concerto.Tante , tantissime altre amiche care venute da tutta Europa le vedrò a teatro.
Con le affezionate viennesi sono stata coccolata al Franziskaner, poi decorato con colori orrendi varchiamo il colonnato del BSO.
Lo sapevo che sarebbe sta una serata speciale , troppo bello il programma, così cari al mio cuore tutti i Lieder ma non avrei creduto di assistere a qualcosa di magico e , forse per me , di irripetibile.
Scrivo di notte , non riesco ad uscire da una specie di bolla magica che stasera Jonas Kaufmann ci ha regalato.
Sappiamo che il Lied è la classe regina del canto , sappiamo la straordinaria qualità della sua voce , quello strano violoncello che suona nel suo cuore e che attraverso la grande maestria della sua tecnica riesce a rinnovare un repertorio tanto noto tanto che ormai sembra impossibile ascoltarlo da una voce diversa che non sia la sua.
Comincia con i Dichterliebe , so che sono 28 minuti , li conosco così bene e soprattutto li ho sentiti cantare da lui dal vivo già varie volte e indimenticabile c’è quella straordinaria serata con teatro vuoto durante la pandemia .
All’inizio ho avuto quasi paura che durassero troppo poco , ero tanto tesa che quasi non ascoltavo poi la qualità molto più drammatica dell’interpretazione mi ha fatto capire che in realtà stavo quasi ascoltando un inedito.
La maturazione del cantante è anche in questo , stasera Jonas cantava una cosa nuova , rinnovata nel suo pensiero di uomo maturo , un Dichterliebe mai ascoltato così intensamente.mezz’ora magica volata in un attimo.
Poi è rientrato disinvoltamente in palcoscenico per la seconda parte ed è arrivato così rilassato e con nonchalance come se entrare in palcoscenico fosse davvero tornare a casa e un po’, solo un po’, mi ha fatto pure ridere.
L’attacco dei Sonetti del Petrarca di Liszt mi ha fatto volare davvero in alto , ricordo la prima volta che lo avevo sentito cantarli ero alla Carnegie Hall , ma adesso sono un’altra cosa , la perfezione tecnica é davvero mostruosa , il saliscendi del suono delle corde vocali ha del miracoloso e Helmut Deutch è quel grande pianista che non accompagna , inventa la partitura al servizio della voce.
E poi la serie mirabile del Lieder amati proprio da Deutch , ricordo che quando ad Ancona chiesi l’ennesimo autografo sul cd Freudvoll und leidevoll Kaufmann mi scrisse una dedica buffa. Ti serviranno per studiare il tedesco.
Li ho studiati e me li sono goduti con la gioia di chi apprezza anche i testi e devo dire che un particolare fascino ha per me quella drammatica Loreley che continua il suo canto mentre il piccolo vascello affonda tragicamente.
I bis , zugaben in terra tedesca , li aspettavo , anzi li pregustavo e il terzo : “o lieb , solang du lieben kannst” me lo sono cantato dentro come un dolce nettare dell’anima .
Benedetto ragazzo che riesce a regalare tanta ricchezza , tanta gioia e tanta cultura vera , non finiro mai di ringraziarti abbastanza e con me tutte le care amiche , veramente venute da ogni ogni d’ Europa in un abbraccio collettivo felice in tuo nome.