Lo squarcio

Spesso negli  anni mi è capitato di aspettare nella sala d’attesa della stazione di Bologna , sempre aspettando una coincidenza e ogni volta con la sensazione di entrare in un luogo sacro.

Ma quello squarcio nel muro , quella lapide lunga di nomi ormai sono visti con indifferenza dai passeggeri annoiati in attesa .

Una volta mi è addirittura capitato d raccontare a due giovani turisti asiatici  incuriositi cosa significasse quel buco nel muro e quando ho raccontato loro brevemente la storia della strage mi hanno guardato stupiti e increduli.

Io non posso dimenticare anche perché per un caso della vita due dei miei figli avevano rischiato di passare da quel luogo in quell’ora .Ho un ricordo vivissimo del caldo di quella giornata d’agosto , il caos sulle strade e anche il nostro silenzio mentre andavamo a riprendere il figlio piccolo rimasto a Livorno mentre il grande era passato prima perché quella domenica aveva le regate ad Ancona.

Erano anni in cui facevo politica ed ero amica della prima Presidente del comitato delle vittime , seguivo con apprensione le vicende oscure del nostro paese , ho netta la memoria di tutte le stragi , di tutte le bombe che hanno squarciato le nostre città , di tutti i morti sull’asfalto che abbiamo contato in quegli anni lontani .

Per molti anni passando da San Benedetto Val di Sambro andando a Firenze vedevo i resti del treno 904 , monumento contorto e annerito della nostra memoria.

Io non dimentico , non posso dimenticare e mi sento in dovere di raccontare ai nipoti , anche se molti di loro lo sanno , quanto è stato difficile mantenere la nostra giovane democrazia mentre l’Italia cresceva nel benessere e contemporaneamente doveva riuscire a mantenere la strada diritta tra le nazioni d’Europa .

Ho alle spalle anni di militanza politica , adesso mi resta il dovere della memoria e lo esercito anche soffermandomi ogni volta  in raccoglimento nella sala d’attesa della stazione di Bologna.