Forse il medioevo prossimo venturo è arrivato senza preavviso , la cartina del meteo è rossa. il mare pieno di filamenti appiccicosi , l’aria è ferma..
le città morte nella luce abbacinante , aria condizionata che sembra quasi non bastare e si temono interruzioni di corrente per il sovraccarico degli impianti.
C’è sicuramente qualcosa di malato in questo caldo africano e innaturale che avvolge l’Europa meridionale.
E’ Ferragosto ,nella baia di Portonovo laggiù in fondo tra gli ulivi secolari nella piccola chiesa romanica a picco sul mare si celebra una Messa.
Il rito è antico , da quelle parti i monaci si erano ritirati in preghiere in secoli lontani e oggi i turisti arrivano stupiti di tanta bellezza nascosta.
Una cerimonia ingenua con la banda di paese , Vescovo celebrante e il Sindaco con la fascia.
Ci sarebbe anche una Confraternita e i vecchi sopravvissuti con la veste cenciosa tirata fuori per l’occasione portano con orgoglio lo stendardo e l’immagine della Madonna.
Poi Franco , ogni anno più tremante nel suo abito da pescatore porta il pesce in una cesta all’Offertorio.
Nella semplicità e fuori da rappresentazioni folcloristiche patinate si assiste a qualcosa di tanto vecchio e autentico , difficile raccontare la tenerezza di tanta povera rappresentazione che pure ha il suo fascino proprio nella sua semplicità.
Forse il mio è uno snobismo alla rovescia , ma il fascino della Messa tra gli ulivi , davanti alla chiesa raccontata da Dante , con la lieve aria che accarezza le antiche pietre sembra davvero la preghiera di un popolo che ha perso la fede ma che si raccoglie ancora in preghiera davanti a questo Adriatico melmoso in questo tempo accecato da un sole feroce e inclemente.