Nello scrivere il mio piccolo ricordo di Alain Delon avevo citato il bellissimo film di Zurlini con il titolo L’ultima notte di quiete poi ormai ho imparato a controllare di più e ho ricercato le informazioni sul film scoprendo che era invece intitolato La prima notte di quiete , citazione di un verso di Goethe che definisce così la prima notte dopo la morte e mette la frase in bocca al protagonista.
Correggo e pubblico , poi ascolto l’intervista a Barbera , il direttore della Biennale cinema di Venezia e cita il film dicendo L’ultima …
Sorrido . è un piccolo lapsus , c’ero cascata anch’io.
Ieri una bella intervista al mitico Mereghetti e anche lui ( ops! ) dice l’ultima notte di quiete .
Eppure bastava controllare , in rete ci sono le locandine del film , le spiegazioni utili , allora perché tutti sbagliano ?
Il film finisce tragicamente e nella memoria collettiva resta diffusa la convinzione che il titolo fosse più tragico.
In un mio tempo personale in cui spesso mi trovo a faticare nel ricordare tante cose della mia vita mi è venuto un dubbio esistenziale : se è facile che ci si possa scordare il titolo di un film quante altre cose importanti , magari senza volerlo, cancelliamo e semplicemente accomodiamo i nostri ricordi?
Lo scherzo più facile della memoria è quello relativo allo slittamento del tempo : non chiedetemi il film visto ieri sera o quello che ho mangiato a colazione , avrei difficoltà a rispondere con sicurezza.
Però ricordo benissimo , o almeno credo di ricordare il numero di telefono della bottega del babbo a Firenze , le fermate del tram numero 16 che mi portava a scuola e i nomi delle amiche della scuola fiorentina .
Posso anche citare il testo della lapide che leggevo dall’aula di disegno: qui nacque Francesco Ferrucci , morì da forte a Gavinana il 3 agosto 1530. Sarà esatto ?