Olimpica

Una volta esisteva la tregua olimpica , ma ci siamo persa anche quella pace fittizia  : durante questa olimpiade parigina le guerre continuano implacabilmente , anche se sugli schermi della tv le gare si mangiano gran parte dello spazio di informazione.

Sempre più tecnici i commenti degli esperti di turno , si scoprono sport mai visti prima e si capisce anche che ai giornalisti farebbe piacere che si vincessero molte medaglie , anche per giustificare un certo  entusiasmo più o meno esagerato che accompagna le gare.

Gli atleti e le atlete italiane hanno le loro elegantissime divise , mi piace molto quel blu scuro con il tricolore che occhieggia dal cappuccio , da questo punto di vista non c’è niente da dire , siamo veramente in testa al medagliere.

Guardando qua e la le gare mi viene da pensare a tante ore di vita sacrificate per una manciata di secondi  che regalano  una gloria per la vita , spesso dietro a quei minuti si nascondono anni di sacrificio , sicuramente quello che passa  è il messaggio buono  che gli atleti regalano ai milioni di spettatori , spesso spietati critici da tastiera

Me li  immagino i pigri frequentatori di palestre , ci vanno con la speranza di calare qualche chilo e spesso queste frequentazioni finiscono nelle grandi cene di fine corso ma davanti all’atleta olimpico si sentono in diritto di polemizzare sul secondo mancato , sulla delusione per non vedere inquadrato il tricolore sul pennone più alto.

C’è poi la componente sospettosa dell’italiano medio che ci vede vittime delle giurie , dei letti di cartone , della Senna inquinata , evidentemente la sindrome dell’underdog , così prestigiosamente rappresentata, alligna abbondantemente nel bel paese.

Siamo sempre vittime di qualche complotto e per fortuna ci sono gli atleti a riscattarci , anche nei loro atteggiamenti positivi di fronte all’onda di polemiche di chi dovrebbe perlomeno stare zitto e limitarsi legittimamente a tifare con dignità.

La villeggiatura

Una parola obsoleta che mi ricorda il tempo lontano quando finite le scuole si partiva per quel lungo viaggio che ci portava in un mondo diverso : i preparativi , le valigie , la casa nell’ombra dell’attesa di un ritorno.

Piano piano il viaggio ha sostituito quel rito : abbiamo cominciato a partire lo stesso ma le mete erano scelte anno per anno , generalmente si tornava più stanchi di quando eravamo partiti.

Adesso non c’è neppure più quello , siamo al Camel Trophy aeroportuale, si parte preparati all’avventura : se ci va bene arriviamo alla meta più o meno nei tempi programmati e per il ritorno , vedremo.

Personalmente sono arrivata al ruolo che fu dei vecchi : con un po’ di paura contiamo i giorni del ritorno dei giovani sparsi per il mondo e ci va bene se non ci becchiamo proprio adesso qualche problema di salute.

Agosto , le giornate impercettibilmente cominciano ad accorciarsi , calde notti di insonnia , quando bolle il cuscino sotto la testa  , unica consolazione non avere programmi in vista , è inutile speranza la rivoltura di Ferragosto , con questo clima pazzo che uccide le piante  annaffio col senso di colpa pensando a chi non ha neppure l’acqua per bere.

Mi stanco a guardare sui social gli amici che seguitano a correre dietro la musica e programmano ancora mete musicali , personalmente ho chiuso con un doppio viaggio a Monaco la mia programmazione estiva , se ne riparla in ottobre.

Quella che ho davanti tutto sommato mi ricorda un po’ la villeggiatura d’un tempo , un tempo vuoto che in teoria potrei , anzi meglio dovrei riempire di letture e riletture , ma fa davvero troppo caldo .

Se chiudo gli occhi sogno prati verdi , segno sicuro di stanchezza , forse sarebbe bene fare come in un tempo lontano  : andare in villa , alla maniera goldoniana.