Avevo un poeta per amico , fu lui che mi dette il coraggio di uscire dal mio guscio e mi spinse a pubblicare quelle poesie che tanto mi servirono in un momento della vita in cui la parola da sola non bastava per esprimere il vuoto .
Un bancario anomalo , stava alla scrivania con diligenza ma la sua mente era sempre un passo più in la, in un mondo raffinato di pensieri eleganti .
Un altro caro amico ( come è bello avere coltivato la difficile arte delle affinità ) ha pubblicato una poesia del comune amico poeta : si intitola Settembre ed è esattamente quello che provo io in questi primi giorni quando al mattina l’alba si fa più timida e il sole tarda ad arrivare .
Mese del transito e della doppia luce,
estate che in segreto si fa autunno,
ponte del chiaro giorno e della sera,
malinconia dei passi e del restare.
La riporto oggi qui sul mio piccolo spazio perché è esattamente quello che provo e che non riuscivo ad esprimere con le mie parole .Grazie Silvano e grazie Francesco : tu che sei ancora qui e l’amico che ci ha già lasciato .
Il bello della vita è anche questo , mandarsi un saluto attraverso quella straordinaria forma del pensiero che chiamiamo poesia.