Va pensiero

Piccola stagione lirica di Ancona , con lieve progresso perlomeno del calendario : non si è inaugurata  quando si va ancora al mare e il secondo titolo sarà addirittura a dicembre  . Piccolo passo avanti con il solito miracolo di Vincenzo De Vivo che fa la moltiplicazione dei pani con i pochissimi soldi a disposizione.

Nabucco ,e devo confessare a mio disdoro che non sono appassionata del primo Verdi  , ma mi spiegano ogni volta che dovrei sentirlo diretto ..e qui la sfilza dei grandi nomi del passato che non mi cambiano il convincimento che Va pensiero a parte non riesco ad emozionarmi , ci sento sempre dentro il lambrusco  ,ma è colpa mia.

Fatta la premessa che mi attira gli strali verdiani devo dire che è stato un Nabucco interessante , direi fuori dai canoni attuali “ poveri ebrei con i  cappottoni”.

All’inizio ho pensato alle figurine Liebig , una stilizzazione antica e al contempo estremamente moderna  : un colloquio con il regista , Mariano Baudoin ,simpaticissimo napoletano mi ha confermato quello che avevo percepito : ha realizzato lo spettacolo come una specie di oratorio  o meglio come una sacra rappresentazione paesana .

Quindi stacchi precisi sulle scene , una certa aria da statue di cera di paese e si si entra nel mood ci si diverte  anche molto.

Ottime voci , per lo più giovani e mi piace citarli tutti a cominciare dal Nabucco di Ernesto Petti , lo Zaccaria maestoso di Nicola Ulivieri e lo squillante Ismaele di Alessandro Scotto Di Nuzio .

Brave e sicure l’Abigaille di Rebeka Lokar e la Fenena di Irene Savigliano .

Ma devo dire davvero “ bene gli altri” perché il livello generale è stato davvero ottimo.

Quando ormai di fronte ad oscene regie pseudo intellettualistiche si completa il giro e si ritorna all’antico sicuro a mio avviso si fa un notevole passo avanti .

Va pensiero

Piccola stagione lirica di Ancona , con lieve progresso perlomeno del calendario : non si è inaugurata  quando si va ancora al mare e il secondo titolo sarà addirittura a dicembre  . Piccolo passo avanti con il solito miracolo di Vincenzo De Vivo che fa la moltiplicazione dei pani con i pochissimi soldi a disposizione.

Nabucco ,e devo confessare a mio disdoro che non sono appassionata del primo Verdi  , ma mi spiegano ogni volta che dovrei sentirlo diretto ..e qui la sfilza dei grandi nomi del passato che non mi cambiano il convincimento che Va pensiero a parte non riesco ad emozionarmi , ci sento sempre dentro il lambrusco  ,ma è colpa mia.

Fatta la premessa che mi attira gli strali verdiani devo dire che è stato un Nabucco interessante , direi fuori dai canoni attuali “ poveri ebrei con i  cappottoni”.

All’inizio ho pensato alle figurine Liebig , una stilizzazione antica e al contempo estremamente moderna  : un colloquio con il regista , Mariano Baudoin ,simpaticissimo napoletano mi ha confermato quello che avevo percepito : ha realizzato lo spettacolo come una specie di oratorio  o meglio come una sacra rappresentazione paesana .

Quindi stacchi precisi sulle scene , una certa aria da statue di cera di paese e si si entra nel mood ci si diverte  anche molto.

Ottime voci , per lo più giovani e mi piace citarli tutti a cominciare dal Nabucco di Ernesto Petti , lo Zaccaria maestoso di Nicola Ulivieri e lo squillante Ismaele di Alessandro Scotto Di Nuzio .

Brave e sicure l’Abigaille di Rebeka Lokar e la Fenena di Irene Savigliano .

Ma devo dire davvero “ bene gli altri” perché il livello generale è stato davvero ottimo.

Quando ormai di fronte ad oscene regie pseudo intellettualistiche si completa il giro e si ritorna all’antico sicuro a mio avviso si fa un notevole passo avanti .