Per caso , oggi domenica 24 novembre 2024 , riapro il Corriere adriatico di oggi : per solito non leggo più la stampa locale , mi bastano le tristezze dei giornali nazionali , ma aprire quelle pagine mi ha fatto uno strano effetto di deja vu.
Si parla del parco del Cardeto , del raddoppio della ferrovia Ancona Roma , del ristorante al vecchio faro , della riqualificazione della Caserma Stamura .
Tutti temi per i quali ho combattuto inutilmente e politicamente dalla metà del 900 , cioè da quando arrivai in questa bellissima e misconosciuta regione il cui capoluogo , Ancona , a detta del patriarca di Aquileia due millenni fa , la definì in questo modo : per sua positura merita di essere costrutta de oro massiccio.
Sto per partire per Napoli e ci andrò con il Flixbus , geniale sistema inventato da due studenti bavaresi che consente di evitare di prendere il mefitico treno per Roma con connessione a scommessa variabile.
Ci si arrangia e si vive senza protestare in un luogo che per molti versi continua ad essere preferibile alle città grandi e invivibili, ma quando rientro dai miei viaggi e attraverso il Corso la sera mi cala addosso la tristezza causata dalla troppa pace e dal vuoto silente che mi circonda .
La città è morta alla cultura , addormentata e contenta dei suoi mercatini alimentari , delle sue bancarelle che hanno invaso ogni strada , dei suoi dehors che si sono mangiati i marciapiedi .
Tutti quei temi ,oggi ripresi dal Corriere adriatico che si è chiamato un tempo Voce adriatica sono stati motivo di battaglie , convegni , sogni e sconfitte.
Al Cardeto ci ho fatto teatro con i ragazzi , la chiave del vecchio faro credo di averla ancora da qualche parte , al Metropolitan ci volevamo portare il teatro di prosa .
Volevamo lasciare le Muse alla lirica e ai concerti , chiudere l’infelice teatro Sperimentale , fare grandi mostre alla Mole.
Tutti grandi sogni perduti , intanto ieri per andare a Roma in treno ci hanno messo dieci ore.