L’oscenità

Mentre in Israele un padre e un marito perso nel proprio indicibile dolore con la voce rotta elevava l’orazione funebre per sua moglie e per i suoi bambini uccisi un terribile video veniva postato da Donald Trump , dal suo personale account e poi , badate bene , solo successivamente ripreso dal sito ufficiale della Casa Bianca.

Immagini allucinanti di una Gaza beach , con dollari che piovono dal cielo mentre l’immagine di Elon Musk riprodotta dall ’IA mangia un  hamburger .

Statua dorata del megalomane presidente , canzoncina allegra con danzatrici discinte , tutto un mondo orribile del dio danaro su uno sfondo di viali illuminati sulla spiaggia circondata da grandi alberghi lussuosi.

Credo di non avere visto mai una cosa più orribile e più oscena in vita mia .

Non so se esiste un inferno in un universo lontano ma so che oggi il mondo ha potuto vedere l’abisso in cui cade definitivamente la mente umana.

Il contrasto con le immagini che arrivavano da Israele , il pensiero che comunque oggi altri sei neonati sono morti nel freddo tra le macerie di Gaza e il sapere che sotto quelle macerie giacciono ancora migliaia e migliaia di morti fa sì che l’aberrante oscenità del video di Trump rappresenti per chiunque sulla terra abbia ancora un senso del vero sia la più grande condanna per le coscienze ferite.

Ricordiamocelo tutti e soprattutto se lo ricordino i politici che ancora hanno il dovere di rappresentare quel poco di civiltà rimasta nel nostro pianeta

In Germania

Ad una prima superficiale lettura il dato in crescita degli elettori che sono andati alle urne in Germania sembra un rassicurante ritorno democratico del popolo tedesco che ha voluto dare una risposta al pericolo di estrema destra rappresentato da A. f .D , poi lo studio dell’analisi dei flussi elettorali dimostra il pericoloso allarme che questo risultato sta dimostrando.

L’incremento di votanti riguarda principalmente gli elettori giovani che hanno contribuito al raddoppio dei voti per l’estrema destra con un piccolo contributo , sempre giovanile , per gli elettori della Linke.

Quindi non basta guardare la carta geografica che delimita il pericoloso successo di questa destra estrema  confinandola alla Germania povera dell’Est , quel segnale che già nella precedente ultima tornata elettorale  si era pericolosamente già segnalato.

Certamente questa destra resterà confinata fuori dal futuro governo e noi italiani sappiamo già per esperienza diretta che lo stare all’opposizione sarà di grande aiuto a chi da fuori potrà spregiudicatamente  portare avanti tutte le proteste di chi si sente ancora emarginato rispetto alla ricca Germania dell’Ovest .

 Inoltre guardando attentamente i colori delle mappe si riconosce un pericoloso segnale di protesta anche nelle zone povere operaie della Ruhr. 

Comunque proprio la fascia più giovane di elettori , meno acculturati e senza memoria  consente ad un partito di estrema destra con rigurgiti nazionalsocialisti di essere oggi il secondo partito nel paese più grande della nostra Europa.

Non sarà facile per il prossimo governo tedesco la gestione del grande  paese europeo, questa è la vera sfida che le futura “grosse koalition “  avrà davanti a sé nei prossimi anni perché non si debba arrivare ad un ulteriore rafforzamento di un rigurgito che fomentando la rabbia dei più poveri non riporti indietro il grande paese verso un passato orribile da non riesumare.

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Il canto del cigno

Gli ultimi e struggenti Lieder di Schubert non sono una raccolta  organica come Die schöne Mullerin o il Winterreise e fu l’editore che nel pubblicarli postumi li raccolse sotto il nome di Swanenengesang , in realtà poi il titolo più universalmente conosciuto fu    Der Doppelgänger.

Basato su sei poesie di Heine e altre sette di Rellstab fu editato , con l’aggiunta di un ultimo contributo scelto dall’editore sotto il titolo oggi conosciuto.

Con l’arte e la maestria di Helmuth Deutch  il regista Claus Guth ha creato uno spettacolo capolavoro rimaneggiando ulteriormente i testi . Io ci ho messo mezza giornata a ricostruire il percorso dello spettacolo che nonostante la larghezza di mezzi non  sarebbe stato il capolavoro che è se non ci fosse la presenza artistica della voce di Jonas Kaufmann.

Terrific , così l’ha descritta la critica americana , perché così è la sua prestazione sconvolgente e unica.

Ho avuto la fortuna e il raro privilegio di vedere lo spettacolo newyorkese grazie ad una diabolica amica che generosamente me lo ha condiviso e devo dire che sono due giorni che lo vedo e lo rivedo e ancora non mi sono stancata di vederlo e sentirlo.

Credo , ma sicuramente sbaglio , che lo si goda di più in video anche se sono convinta che chi ha avuto la fortuna di vederlo de visu se lo ricorderà per tutta la vita .

Ho ricostruito il percorso testuale  ( in realtà ci hanno aggiunto un Lied precedente che ha preso il posto numero 6 ) e lo spettacolo elegantissimo nella forma si avvale anche di un intermezzo del pianoforte tratto dalla Sonata per piano numero 960 ) .

Il cammino dell’uomo sul letto di ospedale è raccontato con una logica preziosa e il finale che si apre sulla città che scorre nei suoi rumori di oggi è illuminante per il messaggio universale che contiene  : il sosia che rientra è il sopravvissuto di ogni guerra , un Florestano qualsiasi.

Mai , veramente mai ,avevo sentito cos´preziosamente cantare la famosa Serenata  ( Ständchen ) e ha tecnicamente del miracoloso il canto del soldato sdraiato che si avvia verso l’uscita con Die Stadt.

Ma forse ne parlerò ancora , magari indicando l’ordine dei testi che comunque non cambia nulla della poesia dell’insieme.

Il canto della terra

Febbraio freddo , i vecchi devono restare a casa  ,  per fortuna  si può ancora scegliere qualcosa di buono su  cosa vedere e cosa sentire in tv.

Mi è capitato un ottimo Das Lied von der Erde dal Concertgebow di Amsterdam e me lo sono pure registrato..

Poi purtroppo mi funzionano ancora i ricordi e il primo è di Claudio Abbado con i Berliner nel centenario della morte di Mahler.

Una meraviglia , anche se  l’allora giovane riccioluto Kaufmann si mangia la Von Otter e se vede chiaramente che sta pensando una specie di revisione  , non proprio una vendetta , ma quasi.

Infatti qualche anno dopo mi procurò una specie di sindrome di Stendhal cantando tutto il concerto da solo. A Parigi.

Ne ho una benedetta versione pirata e ogni tanto quando voglio gratificarmi me la riguardo.

Poi ho soprattutto il Cd , consumato dall’uso sul quale il raffinato tenore mi fece anche una dedica particolare.

Tutto in me nasce dalla convinzione che Der Abschied sia un canto virile  ( ne ho trovato anche conferme  scritte) e che farlo cantare da una donna è come levarne molto del  messaggio intrinseco.

Sappiamo che M. compose la sinfonia per voci e orchestra in sei Lieder basandosi su poesie cinesi e aggiungendo molto  di suo.

Arrivato  alla fine di una vita consumata dall’amore per la musica e non solo  , aveva  paura di scrivere una Nona e cercò di evitarla con questa creazione ibrida anche se poi sappiamo che arrivò , senza completarla addirittura ad una magnifica Decima .

Ma gli ultimi “ Ewig” , sette in diminuendo sono forse il momento più alto della musica di M. e forse chiudono definitivamente un secolo di musica.

Ieri e domani

Forse nessuno crede davvero che possa scatenarsi una nuova guerra mondiale , e la spiegazione può essere nel fatto che molti cittadini europei di oggi ,  i cosiddetti boomers, la guerra vera l’hanno solo vista al cinema e nei ricordi dei pochi sopravvissuti che la guerra la vissero davvero.

Una scarsa percezione di quello che può succedere , vedi la scelta sbagliata degli inglesi di votare per la Brexit senza misurarne poi i gravi effetti negativi assomiglia alla valutazione generale che confonde una lunga pace conquistata col sangue con la garanzia di uno status quo immutabile.

La scarsa considerazione  del reale momento di crisi mondiale ricorda in modo impressionante all’atteggiamento di indifferenza verso il pericolo che accompagnò il mondo verso la fine degli anni trenta del secolo scorso.

Io sono tra i pochi ormai che invece il ricordo della guerra , anche se ero bambina ,lo ha ancora vivo nella memoria.

Ricordo il freddo , la fame , le bombe, gli sfollamenti , i soldati , la guerra partigiana.

Ci ho messo anni e anni per  superare lo sgomento che il rumore degli aerei che mi volavano sereni sulla testa  mi riportava alla paura dei bombardamenti eppure ormai volavo tranquillamente e gli aeroporti erano diventati  spazi di pace e di divertimento.

Ma già oggi per me quel senso di benessere collettivo  è superato.

Gli aeroporti sono troppo affollati , troppo pieni di gente che gira un mondo sempre più piccolo e nel contempo sempre meno difeso nei suoi consolidati confini.

Ci sono dei momenti in cui penso che comunque il destino dell’umanità futura mi riguarda molto relativamente , anche nel più ottimistico dei pronostici non vedo un mio futuro aldilà di un rinnovo della patente.

Ho però dietro di me tanti nipoti ed è per loro che ancora non ho chiuso definitivamente il mio piccolo spazio sulle vicende del mondo.

Per questo mi metto quasi ogni giorno a riempire con  le mie modeste righe di riflessione sulla politica le minacce che pesano  sui destini del mondo.

Servirà a poco ,ma perlomeno non mi sentirò in colpa per avere taciuto , io che so , io che ho visto , io che ho vissuto un tempo infelice dal quale siamo riemersi miracolosamente ma del quale  non abbiamo in tasca la chiave per chiudere fuori una  futura apocalisse che potrebbe riguardare davvero tutti.

Florestano forever

Quando dal profondo della  oscura prigione esce lentamente come un sussurro che si apre in un grido disperato “Goooott “ Fidelio entra nella sua magica seconda parte.

Ripensavo questo ieri sera ascoltando su Classica HD  (che ha cambiato il numero del canale ma non la sua eccellente programmazione)  l’unica opera di Beethoven .

L’opera strana , due metà quasi antitetiche anche fisicamente  con un primo atto ancorato al Settecento e un secondo proiettato verso il secolo romantico che verrà.

Dal primo ascolto , quello purtroppo solo in video dall’Operhaus di Zurigo , uno dei video che contribuirono a  farmi scoprire e poi amare per sempre Jonas Kaufmann , ne ho viste dal vivo tre versioni diversissime fra loro compresa quella che ho riascoltato ieri e che mi lasciò molto perplessa a Salisburgo tanti anni fa.

Devo ammettere che l’edizione firmata da Claus Guth non perde il suo fascino invecchiando , anzi forse acquista una omogeneità che mi era sfuggita in teatro.

Ovviamente la parte del leone la fa un Florestano perfetto musicalmente e contemporaneamente  attore eccelso.

Ricordo che era un’estate particolarmente faticosa per lui che faceva le prove andando avanti e indietro con Monaco dove cantava  la Manon e me lo disse pure , incontrandolo per caso in strada .

Tutte le vetrine erano piene della sua foto e forse doveva anche sentire il peso di tanta responsabilità indotta dall’attesa del debutto.

Il secondo Fidelio , in realtà una ripresa di uno spettacolo diversamente originale e bellissimo fu a Monaco in un allestimento firmato da Calixto Bieito .

Il terzo e ultimo ( per ora ) lo vidi a Londra in una brutta edizione che ebbe anche la strana caratteristica di essere l’ultima replica perché poi tutto si fermò per il Covid , dirigeva Pappano e non credo che ce ne sia una registrazione DVD.

 Ma ogni volta che ascolto la bellissima perorazione dell’Ambasciatore che viene a salvare il prigioniero ci sento già il messaggio dell’Inno alla gioia e in qualunque modo  le varie regie chiudano lo spettacolo mi resta nell’animo una serenità tanto più necessaria in questi giorni bui in cui le notizie del mondo impazzito sembrano prendere il sopravvento sulla razionalità umana.

Meloniana

La foto di gruppo dei capi di governo e i massimi rappresentanti della Comunità Europea che si sono incontrati a Parigi mostra una poco diplomatica Meloni con la faccia che esprime quel tanto di disappunto che lei ritiene necessario per restare sospesa nella decisione di fondo , cioè non le è ancora chiaro da che parte stare .

Non fosse bastato arrivare in ritardo , con la maleducazione tipica dei parvenu , la nostra presidentessa brilla per la mancanza di fair play che l’essere arrivata sull’onda populista a capo di governo ritiene che le consenta di potere esprimere.

Ho combattuto tutta la vita per la parità dei sessi in politica e ho visto con personale soddisfazione la maturazione femminile in tutti i campi ed è quasi un luogo comune riconoscere alle donne una maggiore affermazione in tutte le professioni , anche nel nostro paese.

Ricordo quando andai in anni  lontani in  Unione sovietica il mio stupore nello scoprire che molti medici chirurghi erano donne e che anche gli ingegneri erano indifferentemente uomini e donne , strada che praticamente ormai il nostro mondo occidentale ha fatto in tutti i campi.

Ci sono ancora delle piccole zone d’ombra , mi si permetta la frivolezza , nella giusta lamentazione delle cantanti di Sanremo e soprattutto la totalità delle direzioni artistiche ancora e ancora appannaggio dei soli uomini.

Ma per tornare alla nostra massima rappresentante mi dispiace dovere ammettere ancora un suo deficit comportamentale tipicamente da donna d’altri tempi : in lei prevale un vecchio retaggio femminile , non ha ancora imparato a  fare la faccia da poker , quella necessaria in diplomazia da quando il mondo è mondo.

Vero è che ha modelli maschili inverecondi a cui ispirarsi , peccato perché una vera arma femminile è stata da sempre l’arte della imperturbabilità , vera arma segreta , quella sì tutta femminile , che conoscevano bene anche le meravigliose Favorite che in realtà avevano tantissimo potere senza manifestarlo.

Tutto il resto è noia

Non guardo il Festival di Sanremo non perché sono una snob   ma perché  mi annoia la musica che mi sembra tutta uguale , basata su pochi accordi ( o disaccordi ) banali e  mi annoiano  i falsi testi strappalacrime , però non riesco ad esserne fuori del tutto perché mi basta aprire le news del telefono per saperne ancora troppo rispetto a quello che è il minimo sindacale di chi vive comunque in Italia.

Ma un certo folletto maremmano , sbucato dai festival di Musicultura ( ha girato parecchio anche da queste parti ) su quello ci ho speso qualche momento di attenzione .

Accidenti al suo essere così profondamente e sinceramente toscano ; la sua poetica la riconosco ed è vero che non si nasce dai cavoli ; ci sono secoli di cultura in quel suo essere figlio di quella Maremma , terra un tempo maledetta e da sempre terra di genuina cultura autoctona.

Ci sono andata spesso in Maremma , si dormiva in  una di quelle che un tempo furono le casette della bonifica ; la mattina la padrona ci faceva trovare la crostata sul tavolo e lei dipingeva i suoi mobili con dei fiorellini semplici , un’atmosfera priva di fronzoli e  ci portavo anche il mio cane ,poi andavamo a vedere i cavalli che   godevano la libertà di quegli spazi.

Da quella terra in cui si parla un bel toscano pulito , dalla periferia del Granducato viene Lucio Corsi e con tutto il cuore spero che la notorietà sanremese non lo contamini più di tanto .

Abbiamo bisogno di poeti in questo infausto triste millennio , adesso che la effimera fama sanremese lo ha colpito spero davvero che vinca in lui la forza poetica delle sue cantate vere , magari invito chi non lo conosce di andare ad ascoltare  le sue storie  piene di animali , di natura e di sogni.

Di dischi ne ha già pubblicati tre e sono tutti incantevoli.

Corsi e ricorsi

Forse questa Conferenza di Monaco 2025 parte male perché sembra portare in sé una specie di sindrome già nel nome , infatti rievoca in modo sinistro la famigerata conferenza di Monaco del 1938  da cui partirono i presupposti della seconda guerra mondiale .

Non sono riuniti a parlare dei Sudeti i politici convenuti ma conoscono l’importanza del messaggio che porterà J. D.  Vance , e che sarà  l’indirizzo dell’odierno pensiero rispetto al destino dell’Ucraina già derubata nel 2014 della Crimea praticamente sotto gli occhi di un’Europa indifferente  e sicuramente distratta.

Ci va giù pesante il giovane Vice e straparla di diritti e doveri garantiti da quello che lui definisce , “per grazia di dio “, un novello sceriffo d’America venuto a difendere un equilibrio mondiale in cui pare non esserci posto per l’Europa colpevole di avere rincorso i 

 sentieri ecologisti riassunti nel pericoloso pensiero di Greta Tumberg.

Basta vedere la carrellata sui volti stupefatti e impietriti della platea per capire quanto di eversivo ci sia nel messaggio del giovane americano che pare piuttosto piombato da una astronave dell’amico Musk proveniente da un pianeta lontano dalla cultura e dalla storia europea.

Si è mosso come un elefante in salotto disegnando un equilibrio mondiale che ci vede periferici e soprattutto ininfluenti rispetto al concreto pericolo che l’espansione della Russia di Putin potrebbe rappresentare per la vecchia Europa.

Perché abbiamo aspettato tanto , trincerandoci dietro le più ferree regole burocratiche per fare entrare l’Ucraina in Europa quando ancora avremmo potuto intervenire ?

Questa è la nostra vera colpa , adesso ci tocca stare ad ascoltare il cowboy vice sceriffo che viene a farci la predica , ormai è troppo tardi e non serviranno a molto le belle dichiarazioni d’intenti a difesa di un paese che si vedrà decurtato di una bella fetta di territorio , se il novello Zar si accontenterà di quanto già conquistato.

Orrore in Baviera

Tutto quello che riguarda Monaco di Baviera mi colpisce in modo particolare ma il gravissimo episodio del folle che lancia un’auto su una folla durante una normale e civile manifestazione sindacale mi è apparso di una gravità allarmante.

Questo è l’ultima di una serie di azioni attuate con le stesse modalità : un folle che sembra bene integrato in una civile società che lo ha accolto  “migrante non accompagnato” , così era stato definito al suo arrivo sulle coste calabre in Italia ,accecato da un odio alimentato in ambienti integralisti si trasforma in killer attraverso l’arma impropria di un’auto lanciata a folle velocità  sulla folla inerme.

Che questo avvenga a dieci giorni da un importante voto politico in quella che è la più grande  nazione della nostra Europa riveste una importanza estremamente rilevante e avevo pensato che tutti i giornali italiani avrebbero aperto con questa notizia che invece non è stata data con il rilievo dovuto .

Bisogna conoscere Monaco , la sua storia e la sua cultura per immaginare quelle pulite strade ordinate , il percorso del corteo dalla Hauptbannof verso la Koenigplatz dove si sarebbe dovuto ricongiungere con l’altra metà del corteo per capire quanto fuori contesto sia in quella terra l’idea del terrorista accecato dall’odio razziale.

Spero che in Baviera e in tutta la Germania le immagini delle grandi e civilissime manifestazioni contro la destra estrema che tutti abbiamo visto sui social e che mi avevano fatto sperare nei giorni passati trovino al proprio interno gli anticorpi necessari per respingere l’onda xenofoba che inevitabilmente questi episodi genereranno spingendo molta parte di gente , soprattutto nelle regioni un tempo ex DDR , a gettarsi nelle braccia del rigurgito sovranista pericolosamente rappresentato da AFD.

Da Bosch a Trump

Per dipingere gli orrori dell’inferno c’era stato un tempo Hieronymus Bosch : i suoi demoni aggrovigliati con pezzi di penitenti le cui gambe uscivano dalle bocche dei dannati , terribili torture e strani mostri  di tutte le specie erano l’immagine fantasiosa e scatenata  del mondo del peccato .

Di più non riuscivano a immaginare gli uomini in un’età terribile di guerre sanguinarie , un tempo lontano dove l’orrore massimo era molto simile ad uno  scherzo mal riuscito della fantasia malata.

Grande , grandissimo Bosch i cui quadri mi hanno sempre affascinato ; ce n’è uno in particolare a Lisbona davanti al quale ci avevo passato delle ore per coglierne tutti i segni del racconto della  depravazione del Male.

Poi ieri ho visto una foto iperrealistica di un gruppo di umani oranti intorno al loro capo in un luogo iconico , lo studio ovale della Casa Bianca.

C’erano tutti : dal prete in primo piano a sinistra , all’angelo bianco accanto al capo in preghiera fino alla fila di mani tese dei comprimari sulla destra e ho pensato di non avere mai visto nella mia vita una più oscena visione del Male assoluto come in quello scatto fotografico al cui confronto i demoni di Bosh mi sono sembrati scarabocchi infantili.

Sicuramente in quella foto blasfema si racchiude tutto l’immaginario del Male assoluto di cui non ci sia ulteriore dimostrazione. 

Non credo sia possibile superare quell’orrore e quella oscenità manifesta , non siamo tornati ad un umano classico Medioevo , siamo scesi in un abisso del Male dal quale sarà molto difficile risalire per il mondo di domani.

Pagliacci ter

Ho avuto la fortuna di vedere dal vivo due volte la classica abbinata Cavalleria Pagliacci a distanza di dieci anni : ieri ho visto un altro spettacolo in video e posso dire di avere vista una terza versione , uno spettacolo comunque diverso.

Comincio dalla Cavalleria , la sera della prima a Vienna aveva cantato Luciano Ganci nel ruolo di Turiddu , una ottima classica performance del tenore italiano , bellissima voce lirica e ovviamente la parte del leone l’aveva fatta la Garanca, una vera fuoriclasse che ovviamente si è confermata tale nel video.

In video invece ho visto il debutto di  Tetelmann , purtroppo a mio avviso ha esordito male con una Sìciliana quasi urlata  via  via però si è riscattato e devo ammettere che il suo “addio alla madre “ probabilmente ben studiato su un grande modello l’ho trovato degno di un ottimo tenore del futuro.

Passo al motivo per cui in realtà ero partita tra mille dubbi e perplessità per quello che un tempo era un banale viaggio per Vienna : il mio adorato Kaufmann che riaffrontava un suo ruolo meraviglioso visto a Salisburgo.

Era stato tutto bellissimo , a cominciare dalla sorpresa del Prologo che avevano tenuto tanto segreto che ci avevo messo un po’ a capire chi era che lo cantava così magnificamente e che ormai nel video dopo cinque repliche sapevano tutti chi era davvero e infatti lui si leva la maschera molto prima . 

La rappresentazione dal vivo aveva evidenziato che in realtà era quasi una prova generale , molte cose non funzionavano  ma la bravura di Jonas e di Maria mi avevano  incantato lo stesso fino alla fine.

Per inciso avevo saputo tra le quinte che avevano fatto la generale il giorno prima e senza l’orchestra.

C’erano stati però effetti più o meno voluti come la grande ombra di Canio che si proietta come un gorilla sullo sfondo del “ridi pagliaccio” che nel video non si vede mentre si vede troppo la truccatura che invece dal vivo restava volutamente nell’ombra con effetto finale molto più violento.

I ruoli minori in scena non erano eccelsi e nel video risultano tutti più modesti a cominciare dall’interprete di Silvio  ,a conferma di una politica  viennese portata al risparmio di prove e anche di  cori.

Nell’insieme confermo la mia premessa iniziale , ho visto in video una terza versione , resta comunque a ricordo e testimonianza della grande padronanza in scena di Maria Agresta e di Jonas Kaufmann, la mia riluttanza ad andare fino a Vienna era stata ben ricompensata.