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Gli ultimi e struggenti Lieder di Schubert non sono una raccolta organica come Die schöne Mullerin o il Winterreise e fu l’editore che nel pubblicarli postumi i raccolse sotto il nome di Swanenengesang , in realtà poi il titolo più universalmente conosciuto fu Der Doppelgänger.
Basato su sei poesie di Heine e altre sette di Rellstab fu editato , con l’aggiunta di un ultimo contributo scelto dall’editore sotto il titolo oggi conosciuto.
Con l’arte e la maestria di Helmuth Deutch il regista Claus Guth ha creato uno spettacolo capolavoro rimaneggiando ulteriormente i testi . Io ci ho messo mezza giornata a ricostruire il percorso dello spettacolo che nonostante la larghezza di mezzi non sarebbe stato il capolavoro che è se non ci fosse la presenza artistica della voce di Jonas Kaufmann.
Terrific , così l’ha descritta la critica americana , perché così è la sua prestazione sconvolgente e unica.
Ho avuto la fortuna e il raro privilegio di vedere lo spettacolo newyorkese grazie ad una diabolica amica che generosamente me lo ha condiviso e devo dire che sono due giorni che lo vedo e lo rivedo e ancora non mi sono stancata di vederlo e sentirlo.
Credo , ma sicuramente sbaglio , che lo si goda di più in video anche se sono convinta che chi ha avuto la fortuna di vederlo de visu se lo ricorderà per tutta la vita .
Ho ricostruito il percorso testuale ( in realtà chi hanno aggiunto un Lied precedente che ha preso il posto numero 6 ) e lo spettacolo elegantissimo nella forma si avvale anche di un intermezzo del pianoforte tratto dalla Sonata per piano numero 960 ) .
Il cammino dell’uomo sul letto di ospedale è raccontato con una logica preziosa e il finale che si apre sulla città che scorre nei suoi rumori di oggi è illuminante per il messaggio universale che contiene : il sosia che rientra è il sopravvissuto di ogni guerra , un Florestano qualsiasi.
Mai , veramente mai ,avevo sentito cos´preziosamente cantare la famosa Serenata ( Ständchen ) e ha tecnicamente del miracoloso il canto del soldato sdraiato che si avvia verso l’uscita con Die Stadt.
Ma forse ne parlerò ancora , magari indicando l’ordine dei testi che comunque non cambia nulla della poesia dell’insieme.