Lentamente 

Forse è l’ordine naturale delle cose , di sicuro incide il momento terribile in cui cadono tutti i principi educativi con i quali ho vissuto , forse il peso degli anni ha il suo ruolo ,certo è che non mi interessano più gli avvenimenti legati agli spettacoli per i quali un tempo neanche tanto lontano partivo con entusiasmo per lidi lontani.

Mi pare di avere già visto tutto , o meglio che  non ci sia più niente per il quale valga la pena di muovermi.

Bruttissimo segno che non mi piace per niente perché è il segno sicuro di un accenno di depressione se non di vecchiaia grande, io che avevo sempre pensato di essere immune da depressioni e che fino a poco tempo fa sfidavo l’anagrafe con spavalderia.

Succedono però troppe cose nel mondo che rendono impossibile continuare a leggere i giornali  ,vedere la tv senza provare un moto di scoramento totale.

Allora i piccoli viaggi , le gioie dell’ascolto di buona musica mi paiono qualcosa di inutile e di estraneo , anzi provo addirittura una specie di stanchezza riflessa nel confronto di chi , ancora entusiasticamente , mi racconta sui social delle proprie  trasferte lontane.

Ben poche occasioni attirano ancora la mia voglia di partecipare e le foto sempre uguali che gli amici generosamente postano a futura memoria degli ultimi eventi ai quali partecipano non mi muove più nessuna voglia di rimettermi in giro.

E invece , tanto per smentirmi , ho ancora un paio di piccoli viaggi nel mio calendario e spero che tutti sommato mi diano la spinta per rimettermi in giro altrimenti , come mi ha detto una persona cara ,non mi resta che stare sulla sdraia a guardare le onde che arrivano ai miei piedi.

In nome del padre

Quando , dopo cinquanta anni di matrimonio , dovetti riprendere a tutti gli effetti  legali il mio cognome di ragazza lo feci con fatica tanto che , salvo problemi giuridici , i nomi li mantenni entrambi.

Leggo adesso di una strana proposta di legge che prevedrebbe dare ai figli il nome della madre .

Una volta tanto , femminista convinta , la proposta mi è sembrata inutile e addirittura quasi offensiva.

Praticamente si passerebbe dal secolare patriarcato al matriarcato

non so bene con quali fini se non quello di un riconoscimento inutile del ruolo che da sempre hanno le madri nella vita dei figli.

Capisco invece la possibilità di mantenere due cognomi , le motivazioni possono essere di vario tipo anche per il convivere in famiglie nelle quali ci possono essere figli di unioni diverse.

In tempi lontani si entrava nella famiglia del marito , se ne prendeva il nome e si accettavano le nuove regole : ricordo il padre della sposa che accompagnava la figlia all’altare , consegnandola al futuro sposo.

Per le donne , poche , che avevano un lavoro serviva mantenere quello che si diceva “ il nome da ragazza” e la mia mamma insegnante ha sempre mantenuto il suo sul lavoro.

Invece a me succedeva che ,essendo arrivata sposa in una città lontana dalla mia di origine quando mi presentavo col mio nome alle elezioni non mi trovava nessuno sulla scheda , ero praticamente in incognito.

In definitiva mi pare che la proposta di legge che vuole essere provocatoria serva soltanto a fare un titolo di giornale .

Con tutti i problemi che le famiglie si trovano ad affrontare in tempi abbastanza difficili sotto tutti gli aspetti economici e sociali credo che l’ultima pensata di dare il nome delle madri ai figli sia solo una fantasiosa idea inutile di una politica di sinistra che invece avrebbe tante altre battaglie da combattere a cominciare dal riconoscimento della cittadinanza a tutti i piccoli nati in Italia da genitori stranieri che continuano ad essere considerati stranieri anche se parlano italiano meglio di noi.

Uova e pacifismo

Crudele destino americano : trovarsi con i nuovissimi F47 e contemporaneamente non avere può le classiche scrambled eggs per la colazione del mattino.

La cronaca ci sta abituando a vivere un tempo pieno di contraddizioni e spesso di orrori eppure pare che una mano divertita in ambito sovrumano si diverta a rimescolare le carte e che dal Messico arrivino clandestinamente a borsa nera le tanto agognate uova per la colazione yankye.

A Musk si rompono le carrozzerie dalla Tesla , si staccano parti della carrozzeria per una colla difettosa per la quale forse non era necessaria la super competenza tecnologica spaziale.

In questo mondo impazzito ,nel quale non riesco più a guardare i telegiornali perché mi è diventato impossibile guardare quei lenzuoli bianchi pieni a metà che nascondono a Gaza i corpi piccoli di chi ha avuto il torto di nascere in quel dannato lombrico di terra , la crudeltà e l’indifferenza sembrano andare a braccetto  e resta da sperare soltanto che l’umanità ritrovi la strada della civile convivenza tra i popoli.

Se questo cammino deve passare attraverso la strada della deterrenza penso sia arrivato il momento di dire basta ai falsi appelli di pace dei sepolcri imbiancati di chi non ha capito che solo ripristinando i fragili equilibri che ci aveva regalato l’inizio del terzo millennio ritroveremo un po’ di vera giustizia .

Nella Bibbia , anche nel messale di domenica c’era una bella invocazione al “Dio degli eserciti,” facciamocene una ragione.

Serve una legge

Ancora una volta la Corte Costituzionale ha raccolto il senso vero del  desiderio popolare venendo incontro a quanti , certamente con intento generoso vorrebbero adottare un bambino abbandonato e rinchiuso in un orfanotrofio anche se sono persone single.

Non è una strada semplice quella delle adozioni e sappiamo che non tutti paesi concedono l’autorizzazione a che ne fa richiesta , sappiamo che anche per le adozioni in patria la strada è lunga e piena di ostacoli.

Infatti , se nel 2000 le adozioni erano circa 8000 ,lo scorso anno sono scene alla misera quota di 500.

Eppure basterebbe a chi ancora avrebbe la possibilità di agevolare questa volontà , cioè il Parlamento con i suoi rappresentanti , che facessero l’esperienza di entrare in un orfanotrofio ( ce ne sono ancora troppi nel mondo )  e trovarsi un bambino o una bambina che si stringono a te e ti “chiedono portami via” per capire quanta sofferenza ci sia nelle creature abbandonate che aspirerebbero solo ad avere quell’affetto negato dalla vita che li porta a vivere senza il calore che solo la convivenza d’amore può offrire loro..

Sappiamo bene che adottare un bambino rappresenta comunque un salto nel vuoto e che non sempre si riesce ad annullare quella sottile differenza che comunque può essere ostacolo alla totale  integrazione di un minore  , però cinicamente mi viene da dire che neppure con i figli nati da noi sempre si riesce a colmare un gap di comprensione e di armonia.

Quello che deve spingere il legislatore , con tutte le dovute precauzioni caso per caso  per ridurre i tempi delle pratiche atte ad ottenere l’autorizzazione , perché se spesso occorrono anni e anni e prima di arrivare alla fine del percorso adottivo si rischia di procurare tanta ulteriore sofferenza ai minori che seguitano a vivere senza quel rapporto prezioso che è la convivenza felice con persone che per scelta hanno deciso  di volerti bene.

Ricordando Ventotene

Primo giorno di primavera , temperature sotto la media del periodo dice il metereologo, per fortuna c’è il sole e io sto uscendo da un raffreddore megagalattico che mi ha lasciato bianca come un cencio e svogliata anche nel pensare.

Ma ieri , verso mezzogiorno , la tv accesa come sottofondo, sento qualcosa che per un attimo risveglia la mia apatia : la nostra presidente del consiglio nel suo ruolo istituzionale alla Camera in  chiusura di un suo intervento di replica lancia “un sasso in piccionaia” con l’evidente scopo di fare imbestiare l’opposizione.

Legge , con astuta copia incolla , alcuni passaggi del Manifesto di Ventotene , uno dei documenti sui quali  si cominciò a costruire la Comunità europea, ma li legge con sapiente ignoranza .

Poi ovviamente se ne va , quello che si scatena dopo non la riguarda , la sua potente distrazione di massa è servita allo scopo.

Lo sdegno delle sinistra , il pianto di un degno uomo che su quel documento ha studiato , le interruzioni della seduta non la riguardano.

Ma stasera in televisione c’è Roberto Benigni   con un bellissimo monologo sulla storia e la speranza dell’Europa ed è la più bella risposta allo sgangherato intervento della premier.

Certo i programmi della RAI non erano stati concepiti in risposta all’evento del mattino  , forse salterà pure qualche testa , ma io invito tutti quelli che si sono persi l’evento di andarlo ad ascoltare su Raiplay : è diviso in capitoli , c’è pure quello specifico sulla storia dei tre confinati Spinelli , Rossi e Colorni che sullo scoglio di quell’isola in piena guerra mondiale  pensarono una cosa grande e ne fecero un manifesto  , certo non tutto oggi accettabile , ma dobbiamo ricordare che erano un socialista , un comunista e un liberale e il loro sogno soprattutto concentrato sul pensiero di una Europa federata e unita al disopra delle nazioni  era una bellissima utopia che poi abbiamo visto realizzarsi con tutti i suoi difetti e alla quale siamo molto affezionati.

L’inno alla gioia

Mentre pensavo che sarebbe stato bello chiudere la manifestazione per l’Europa con l’Inno alla gioia dalla Nona di Beethoven ho visto che c’era l’ audio di saluto di un noto cantante , di quelli che riempiono gli stadi , che parlava proprio dell’inno europeo .

Ho voluto ascoltarlo e mi sono vergognata del livello di incultura del mio paese.

E’ cominciato con una tromba che intonava in modo  molto scroccante le note semplici dell’inno ,ovviamente il “musicista” noto ha chiesto all’uditorio se lo riconoscevano poi è partito con un racconto che voleva essere edificante nel quale ha detto che una volta c’era pure andato a sentire la Nona ma con grande stupore il motivetto proprio non lo sentiva.

Ha dovuto ascoltare quasi un’ora ( ha spiegato che la Nona è lunghetta  e si era anche un po’ distratto ,) poi finalmente per pochi minuti , finalmente , alla fine il motivetto l’ ha potuto ascoltare .

Facendo un alato e ardito paragone ha spiegato che quella roba in fondo è un po’ come l’Europa , chè bisogna avere pazienza per vederla unita. 

Non si è reso conto , uno che si definisce musicista di non avere  mai ascoltato la Nona , se non una volta ,e che poi c’erano anche le parole di un inno e ha pure citato Schiller , ma sicuramente non si è mai chiesto il senso di quelle parole né si preso la briga di capirne il significato.

Mi sono ricordata allora di avere visto una volta migliaia di persone in piedi sull’Unter der Linden ad ascoltare Baremboim che dirigeva i Berliner.

I bambini sulle spalle  , le coppiette abbracciate , un popolo che ascoltava in religioso silenzio e ho pensato che siamo ancora anni luce lontani dall’avere una patria europea comune.

Una manifestazione

Si è riempita Piazza del Popolo a Roma per la manifestazione per l’Europa , tanta confusione sotto il cielo infatti c’erano tutti quelli che in qualche modo rappresentano la mia famiglia culturale e addirittura alcuni nomi europei prestigiosi come lo scrittore spagnolo Xavier Cercas e il mio amato Jan Brokken avevano mandato un messaggio di solidarietà.

Io non ci sono andata , alla mia età non è più il tempo di sventolare bandiere , troppi cortei ho fatto nella mia vita e troppi palchi mi hanno visto parlare alle genti davanti a me.

Ho conosciuto la forza che viene dalle piazze, ho scandito slogan , ho marciato per tante cause civili che adesso vengono rimesse in discussione , adesso sarebbe il momento delle nuove generazioni anche se in piazza mi parevano più i boomers che i ragazzi della generazione Zeta.

Ripercorrevo  con  la memoria gli eventi che nel tempo mi hanno portato in piazza e per una strana coincidenza , oggi è il 16 marzo, mi sono ricordata di una piazza lontana , la mattina le Brigate Rosse avevano rapito l’Onorevole Aldo Moro e su un palco improvvisato tutte le forze politiche dell’arco costituzionale si erano trovate per dire no al terrorismo che voleva distruggere la nostra democrazia.

Mi trovai così sul palco a rappresentare le donne dei partiti  , dovevo leggere un comunicato congiunto e la scelta era caduta su di me ,non mi ricordo in base a quale valutazione.

Non era la  prima volta che parlavo da un palco e non sarebbe stata neppure l’ultima , ma di quel giorno ho un ricordo emotivo più forte di tanti altri . Senza saperlo ero un piccolo tassello della storia del mio paese che rigettava la violenza come strumento di volontà politica.

Con un certo disincanto mi viene da dire che quella di ieri sia stata una bella scampagnata , tutti bravi a dire che vogliamo un’Europa unita , nessuno a dire il metodo per arrivare al risultato concreto.

Sarà che mi emoziono sempre quando passo le frontiere europee senza rendermene conto , se con il Bancomat pago tranquillamente ii taxi in tutta Europa , sarà che sono orgogliosa del mio passaporto comunitario e se i miei nipoti si sentono cittadini europei prima che italiani allora la manifestazione è servita se non altro per  ricordare tutte queste conquiste e allora può essere che in qualche modo sia comunque servita a qualcosa-

Liederistica

Tutto cominciò con la piccola mugnaia , il mio primo Schubert cantato da Kaufmann ; lo ascoltavo e lo riascoltavo e credo che fu allora che cominciai a tradurre e studiare quei versi dolci , quella musica cantata con tanta dolcezza .

Ma il vero momento di follia , una sorta di sindrome di Stendhal avvenne il 14 aprile alla Scala di Milano.

Per la prima volta sentii cantare la Winterreise in un modo così intenso e intimo allo stesso tempo , ricordo che tutto il tempo guardai incantata un bottone che brillava sullo sparato di Jonas , ero abbastanza vicina e non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso.

Mi pareva impossibile che quella musica potesse essere cantata da altri che non da lui e infatti da allora non esiste nessuno che riesca a ricreare in me quella emozione così intensa da fare quasi male.

Ricordo che quando sull’ultimo Lied il suonatore si allontana nel gelo e nel silenzio non ci fu nessun applauso , nessun bis avrebbe potuto interrompere l’emozione.

Si allontanò il tenore tenendo la spalla sul suo meraviglioso sodale e pianista e uscimmo tutti in silenzio.

Si era verificato un rito collettivo dal quale ci misi molto a riprendermi-

Credevo che non fosse possibile niente di più emozionante fino a quando poco tempo fa ho potuto vedere il ciclo finale di Schubert, il canto del cigno  ovvero il miracoloso spettacolo di Claus Guth .

Purtroppo non sono tra i pochi felici che hanno visto a NewYork lo spettacolo dal vivo ma mi è bastato il video per rientrare in quella specie di incantesimo che solo la grande arte di Kaufmann è capace di donare regalandomi un ultimo grande spettacolo.

Ci voleva l’arte scenica di Claus Guth , il suo gusto raffinato e la complicità del grande Helmuth Deutch per imbastire attraverso una leggera manipolazione dei testi il raggiungimento della perfezione di un racconto così intensamente drammatico e visivamente perfetto.

Leggo che non sono la sola a vedere e rivedere continuamente il video , il piccolo furto fatto con lo  screenshot e postato sul mio profilo ha avuto più visioni di tutto l’anno del mio blog.

Questo Doppelganger è un miracolo musicale ed è inutile pensare in una riproposizione in Europa , credo che resterà un unicum nella prodigiosa carriera del meraviglioso tenore.

Forse potremo sperare che canti i testi in una Liederabend?

Poche idee ma confuse

ll prossimo 15 marzo  dall’idea di un giornalista e scrittore che tiene una rubrica di costume su uno dei più importanti quotidiani italiani era nata l’idea di una manifestazione a favore  di un’Europa che ci riunisse davvero tutti sotto una sola bandiera blu con le stelle gialle.

Potremmo sintetizzare il senso della partecipazione ad una chiamata in piazza per ribadire che soprattutto ci sentiamo  tutti europei ma il rincorrere di distinguo e di differenze ha fatto si che il risultato non sarà sicuramente quello sperato dal  promotore.

L’idea era buona , ma il nostro felice  paese basato sulle incertezze politiche trasforma quello che comunque sarà un successo di piazza in un messaggio politicamente confuso.

Questo risultato sarà la riprova del perché In Italia vota soltanto la metà degli aventi diritto e quindi il risultato porta a esiti non rispondenti al vero pensiero della gente.

Andranno sparpagliati , con segnali di bandiere diverse , e quel mare di bandiere europee che spero comunque ci sarà non risponderà per niente alla volontà politica degli elettori.

In Germania è successo qualcosa di diverso , la radicalizzazione politica ha spinto gli elettori a ritornare in massa alle urne .

Forse da noi vale il pensiero scettico di Ennio Flaiano : in Italia ci si conosce tutti , cosa vuoi che ci succeda con un cambio di governo.

Invece qualcosa poi succede davvero perché alla fine mandiamo a governarci persone non all’altezza del compito , le classi politiche ci piaccia o no , non si inventato da un giorno all’altro . lo si misura anche nelle amministrazioni locali piene di falliti sotto tutte le bandiere.

Non sarà lo sventolare di bandiere a farci maturare politicamente.

Giochi di memoria

Una telefonata gradita di una nipote : mi parla dei suoi progetti futuri di viaggio e nomina un’isola : Lanzarote.

Esclamo ! ci volevo andare anche io ma nell’immediato non mi ricordo il motivo di quel lontano desiderio.

Poi piano piano si srotola la memoria : un film , un libro –

Mi ricordo immagini eleganti di signore in abiti bianchi inizio Novecento , saranno passati trent’anni e lentamente mi viene fuori il nome del regista Roberto Faenza.

Mi arrendo e comincio a cercare sul magico tubo e viene fuori il titolo del film , ma non mi basta perché mi ricordo di avere letto un racconto da cui era stato tratto il film . 

Ulteriore ricerca in libreria , vagamente ricordo un piccolo libro , ma gli Oscar sono in basso dietro la scrivania , scomodissimi da raggiungere.

Con l’aiuto della pila del telefono arrivo al libro : Il dottor Gläzer medico termale .Evviva ! 

Il piccolo libro ingiallito è nelle mie mani , ormai ricordo anche molte altre cose , che i costumi erano di Milena Canonero e che l’interprete , perfetto , era Keith Corradine.

Ho passato una gradevole giornata a rileggermi un prezioso racconto che avevo letto tanti anni fa : è come leggerlo per la prima volta perché per fortuna la memoria fa bellissimi regali , mi era restata la sensazione di una cosa bella ma non  mi ricordavo per niente quella che volgarmente si chiama la trama.

C’è tutto Schintzler nel piccolo libro , la sua finezza viennese , la sua capacità di esaminare le pieghe segrete dell’animo umano ,la raffinata analisi delle incertezze umane .

Il film era liberamente tratto dal racconto e posso anche immaginare le manipolazioni della sceneggiatura , purtroppo il film non sono riuscita a trovarlo , probabilmente per mia incapacità di infilarmi in una ricerca che richiede pazienza.

Adesso , come messaggio in bottiglia , mando un appello ai miei lettori.

Se qualcuno sa come trovarlo mi scriva , intanto io ho passato una deliziosa giornata rileggendo un libro dimenticato.

L’air du temps

Vuoi vedere che a forza di rivoluzionare si finisce rivoluzionati ?

Non c’è voluto molto tempo perché un ministro conservatore trumpiano litigasse con Elon Musk , non c’è voluto molto perché la vendita delle Tesla calasse di brutto e soprattutto non c’è voluto molto perché le uova cominciassero a costare come le ostriche.

La bella pensata di levare le immagini di Enola Gay , la prima bomba atomica lanciata su Hiroshima sparisse dalle foto ricordo  e non perché era un terribile messaggio di morte ma per il fatto che la parola gay deve essere levata in base al principio che si trattasse  di indicare una “ devianza” sessuale.

Tanto cretina era la motivazione che se ne sono accorti anche quelli che non leggono i giornali politicamente impegnati perché tutti sapevano che quel pericoloso nome era soltanto quello della madre del pilota dell’aero che sganciò la bomba.

Firma di tutto il presidente Trump con quello svolazzone mussoliniano , poi succede che la Corte Suprema gli bocci un suo provvedimento di tagli agli aiuti già stanziati per l’Europa.

Intanto in Europa riprende quota il gradimento per il Premier progressista Starmer , in Canada Trudeau non si dimette più e anche il già battuto Macron sembra riprendersi un po’ di gradimento in patria .
Solo in Italia con una notevole capacità di galleggiamento la nostra premier avvezza alle lunghe battaglie di opposizione che l’hanno portata al governo anche per gli innumerevoli errori della sinistra seguita a navigare con indici di gradimento importanti.

Ma fino a quando continuerà a reggere il continuo martellamento idiota del vice premier Salvini?
Fino a quando la Lega non si ribellerà a quel segretario che per restare a galla si era pure inventato la candidatura Vannacci?

Ho l’impressione che ci sia qualcosa di nuovo sotto il sole d’Europa , solo speriamo che facciano presto a decidere perché intanto in Ukraina  si continua a morire ogni giorno e a Gaza non arrivano più i tir di aiuti umanitari fermi al valico di Rafah .

Nuovo Medioevo

La foto del Segretario di Stato Marc Rubio con la croce nera sulla fronte , dovrebbe essere cenere ma è più probabile che sia pennarello, è uno di quei segnali pericolosi che non dovrebbero essere accolti solo come una stranezza.

C’è nell’ostentazione di una specie di fede gridata al proprio elettorato un segno che fa paura perché non significa umiliazione e richiesta di perdono ( in ultima analisi questo dovrebbe essere il significato penitenziale del Mercoledì delle ceneri) piuttosto una dichiarazione di battaglia nel nome della religione.

Siamo dalle parti di quel governatore che pur essendo a sua volta un immigrato di origine latino americana ha promesso ai suoi elettori ispanici di combattere con forza l’immigrazione irregolare dei poveri cristi che risalgono dall’America latina poverissima verso il richiamo del lavoro e del minimo benessere nel grande paese capitalista del Nord.

Da quel bacino elettorale ha preso i voti  e per la forza del suo atteggiamento è diventato fedelissimo di Trump , fino alla ridicola esibizione della croce sulla fronte .

Vedendola mi sono ricordata di una usanza antica ancora in vigore verso la metà del secolo scorso.

Avevo dieci anni e nel giorno della Cresima il vescovo mi fece un segno con un dito sporco di cenere sulla fronte  insieme a una ditata di olio che doveva essere santo , così vagamente ricordo.

Portai poi una fascetta bianca con tanto di frangette dorate sulla fronte come segno di avvenuta cerimonia.

Avrei dovuta tenerla per una settimana ma già il giorno dopo , sudata e sudicia me la levai , evidentemente la mia osservanza religiosa era già piuttosto modesta.

E’ passato quasi un secolo da allora e certe ostentazioni quasi pagane non usano più ma il fatto che dagli USA mi venga una simile foto invece di farmi ridere mi mette in allarme : forse siamo di fronte ad un Medioevo prossimo futuro  , dobbiamo stare in guardia.