The Donald show

Se non fosse tragicamente vero il discorso del presidente al Congresso sembrerebbe la puntata molto vivace di un talkshow .

Ne ha dette di tutte : dal riprendiamoci  la Groenlandia al Canada integrato , “America is back “ e giù tra minacce , bugie e mezze verità il discorso è durato più di un’ora e mezzo.

Nel frattempo però la Suprema Corte , con voti anche repubblicani gli diceva che non si può tornare indietro su aiuti già elargiti e le Borse non l’hanno presa proprio bene l’idea dei dazi al Messico e al Canada.

Per adesso trema davvero soprattutto l’Ukraina che si vede togliere ogni supporto nella tragica e giusta guerra in difesa del proprio territorio contro un invasore forte e stranamente silente in questo gioco al massacro nel quale non si capisce più chi sta con chi e contro chi.

La Cina , vero terzo grande attore in questo Risiko mondiale ha taciuto finché non è arrivato il momento dei dazi e si sa che la finanza è la vera molla che determina gli eventi mondiali.

In tutto questo l’Europa , vaso di coccio tra vasi di pietra , tenta e non so con quanta probabilità di successo , di trovare finalmente una sorta di unità : ricordo che nei miei verdi anni politici rispondendo ad un giornalista che mi chiedeva come vedessi davvero il futuro europeo risposi che il Principe deve avere non soltanto la borsa ma anche la spada.

Non eravamo in molti a dirlo e per essere davvero impopolare dissi anche che se volevamo la pace avremmo dovuto sempre prepararci alla guerra.

Molte guerre sono passate da quella seconda metà del secolo scorso  e forse adesso è troppo tardi per costruirci davvero una unità europea di difesa .

Forse però , anche per disperazione, qualche spinta in questa direzione si sta muovendo . 

Ogni morte di papa

C’è un detto molto cinico che dice “morto un papa se ne fa un altro “ e che non riguarda la figura del pontefice ma in generale di una occasione perduta , di un amore finito e in generale di tutte le cose che possono essere sostituite da altre più o meno uguali.

Penso che sia stata detta nei secoli dal popolino romano che vedeva succedersi i papi che li comandavano e che intanto  per loro non cambiava nulla.

Mi è capitato di pensarlo in questi giorni nei quali invece seguo con apprensione i bollettini della salute di Francesco e ho capito che aldilà del detto popolare in questo caso la figura del Pontefice è assai importante e non così intercambiabile. 

Un Papa un po’ particolare , anche storicamente  : un gesuita che veniva da tanto lontano , un vescovo argentino così apparentemente semplice come un buon parroco ma che in realtà nel suo pontificato ha cambiato molte cose  e molte altre ha tentato di cambiarne.

Soprattutto in questo momento del mondo impazzito una voce forte contro le guerre , contro le ingiustizie che sembrano prevalere sul diritto dei deboli , un papa così è stato col suo richiamo costante forse l’unico che ha continuato di omelia in omelia , di settimana in settimana a gridare forte la sua richiesta di pace.

In questo momento la sua voce non si alza più forte perché letteralmente gli manca il fiato per gridare , i giorni della sua degenza si allungano e crescono i lumini votivi sotto la statua di papa Wojtila e  anche se razionalmente si spera sappiamo tutti che quella voce possente non sarà ancora per molto quell’unico richiamo alla ragione che tanto ci servirebbe nel momento della pazzia americana.

Con molta fede si dovrebbe dire che comunque lo Spirito guiderà la scelta per il bene degli uomini .

Io molto laicamente penso che sarebbe meglio per il mondo che questa voce indebolita tornasse almeno per un po’ ancora a guidare le genti.

Inno 

Mi concedo una divagazione leggera  su un piccolo particolare che mi ha molto incuriosito.

Passa con  grande evidenza sul sito della squadra di calcio del Bayern Monaco la scelta di un nuovo inno  con tanto di filmato che mostra il nostro amato Jonas Kaufmann che canta in mezzo a mille tifosi della curva Nord.

C’è anche una lunga e bella intervista all’illustre tifoso che spiega il motivo per cui ha accettato di cantare in mezzo alla gente e d’ora in  poi quella registrazione sarà l’accompagnamento delle partite della pluripremiata  e gloriosa squadra bavarese.

Fin qui tutto bene , ma c’è un mistero  : la frase musicale che intercala il motivo il tenore la canta in italiano .

Inizialmente pensavo che fosse una traduzione del video per noi italiani , poi ho  rivisto il video con attenzione e ho avuto la conferma che tutti cantano in tedesco  ma Kaufmann ripete in italiano il piccolo refrain un paio di volte.

Anche se mi fa piacere sentirlo cantare in italiano , è sempre bravissimo e ha uno splendido accento scevro di impurità , non mi spiego se non con una certa dose di fantasia la scelta abbastanza divertente.

Forse in italiano ha più forza la spinta verso la gloria della vittoria?

Non è che abbiamo molte vittorie di cui vantarci , resta solo l’idea che sia l’amore per la lirica e il ricordo del “Vittoria!” di Cavaradossi a spingere la scelta comunque divertente e lusinghiera.

Mi piacerebbe che qualcuno mi desse una risposta , magari lo stesso protagonista al quale non mancherò di chiedere lumi la prima volta che avrò occasione di reincontralo.

Per l’Europa

         “ quando si scuote un setacccio restano i rifiuti , così quando un uomo discute ne appaiono i difetti ; I vasi del ceramista li mette alla prova la fornace , così il modo di ragionare è il banco di prova per un uomo.”

Pensavo a questo ascoltando certi discorsi sbagliati che con grande sicurezza vergono fatti da uomini che hanno un seguito nelle tribune attuali , soprattutto televisive.

Ma queste parole non sono di oggi , sono scritte nella Bibbia  , per la precisione nel libro del Siracide e mi hanno colpito per la loro lucida analisi.

Sono giorni duri per il susseguirsi di eventi che non avremmo immaginato solo qualche mese fa .

La Storia , quella maiuscola , forse ha preso una strana accellerata in questo tempo strano nel quale si discetta molto sui destini  futuri della nostra vecchia Europa.

Il ragionare , persi i principi su cui si è basato nel nostro tempo lo scegliere politico che si sintetizzava tra due forti correnti di pensiero che in qualche modo ci rassicurava , oggi i valori sono tutti mischiati e resta solo il potere del pensiero individuale che attraverso la logica e la morale ci tiene saldi nella strada delle giuste convinzioni.

Le parole pace e guerra non hanno al momento quei giusti confini morali per cui era facile decidere da che parte stare , oggi esiste un nuovo potere che va oltre il capitalismo e ha contorni di superpotere tecnologico sconfinante  nella manipolazione totale delle verità su cui abbiamo basato i nostri valori.

Ragionare , scuotendo le scorie del pensiero , ce lo dice il Siracide , questo dovremmo tutti fare non rincorrendo le paure indotte e false  che pure attanagliano il comune pensiero delle genti di questo vecchio paese che seguitiamo ad amare e per il quale dovremmo unirci se vogliamo sopravvivere.

Uno spettacolo indegno

In due contro uno , già per questo lo scontro nello studio ovale della Casa bianca è scorretto , anche senza entrare nel merito.

Era cominciato male l’incontro di Trump con Zelewnszy ironizzato sul fatto che la mimetica nera fosse “elegante “ e forse non coglieva nel linguaggio del corpo del presidente ukraino la volontà di presentarsi onorevolmente  presso quel magnate  che voleva trattare lo sfruttamento del suolo di un paese invaso da un pericoloso dittatore e che voleva trattare in maniera soltanto economica l’accordo su cui pesavano e pesano tuttora i destini di libertà di un popolo.

Stretto sulla poltrona , offeso dal presidente e poi minacciato in maniera sguaiata da quel vice Vance che era già venuto ad offendere l’Europa a Monaco il povero ospite si è difeso coraggiosamente ma credo che poi la dignità del “ modesto comico” abbia avuto il sopravvento e abbiamo tutti potuto assistere ad un episodio di macelleria mediatica impossibile anche solo da immaginare solo pochi mesi fa.

Il risultato di questo scontro lo misureremo nei prossimi giorni , certo che qualcosa di positivo lo ha creato in Europa dove si sta ricompattando un senso di appartenenza globale che sembrava disperso in mille rivoli di protagonismo .

La stampa si sta comportando al solito modo : sembra un giochino “ visto da destra , visto da sinistra “ , pochi resoconti obbiettivi  eppure basterebbero soltanto pochi fotogrammi per capire quello che è successo.

Già le diplomazie sono di nuovo al lavoro , gli sherpa che Musk vorrebbe licenziare in blocco stanno cercando di ricucire lo strappo.

Se la ride Putin , il vero protagonista vincitore dello scontro e mi domando quanto Donald Trump , aldilà del suo istinto capitalistico sappia gestire veramente quella pace che va sventolando ma che con queste intemerate non riuscirà certo ad ottenere .

Neppure in Medio Oriente per adesso.