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L’ho messa e l’ho levata tante volte : quella fotografia , anzi quelle fotografie di Aylan a pancia sotto che sembra dormire lambito dalle onde sulla spiaggia di Bodrum, un paese di vacanze sulla costa turca , mi tormentava e ho capito che questa volta il mio dovere era di condividerla con tutti. A Bodrum ci sono stata nel secolo scorso , quando il mondo pur nella sua perenne atrocità ci sembrava avesse superato l’orrore delle ultime guerre e dei genocidi . Ho attraversato a vela il braccio di mare che separa Bodrum da Kos , conosco quel mare così bello d’estate , così peno di memorie , di bellezza e di storie.
Oggi c’è solo la fotografia di Aylan addormentato dolcemente, il poliziotto che lo raccoglierà è li vicino .
C’è anche un fotografo che forse farà la sua fortuna con quella immagine. Dopo tanti tentennamenti ho deciso di condividerla sul mio profilo senza commentarla. Anche qui sul blog non aggiungo altro , oggi è il bambino che ci parla , che ci urla il suo diritto alla vita che solo per il fatto di essere nato oggi in Siria gli è stato negato. A quei tanti imbecilli che si fatto le magliette con le frasi provocatorie contro i migranti rispondo con questa immagine . Vorrei che milioni di immagini del dolcissimo Aylan urlassero da tutti i nostri schermi.Non ho altri modi per combattere la barbarie che ci circonda .
…voi che vivete tranquilli nelle vostre tiepide case…
mi devasta quella foto!
Non solo te!
J’aime bien ce que tu écris Adriana et je n’ai pas de doute sur ton ethique, j’aime ta phrase “c’est l’enfant qui parle, qui crie son droit à la vie”. Tu es une conscience . Je pars samedi faire du voilier dans les Sporades , j’espère ,bien égoïstement, ne pas être confrontée de visu à ces drames.
Ma chere , bon voyage et que le vent soit favorable…