foto di Giorgio Pergolini fotografo
L’unicità drammatica del capolavoro pucciniano si può analizzare in tanti modi e più ci studo sopra più mi accorgo che ci sia ancora altro da dire.
Intanto l’ambientazione : Tosca si svolge a Roma in un giorno preciso ed è il 14 giugno 1800. Il giorno della vittoria di Napoleone a Marengo.
L’azione temporalmente circoscritta nell’arco di poco più di ventiquattr’ore si svolge in tre luoghi ben identificabile e reali .
il primo atto in Sant’Andrea della Valle , il secondo a Palazzo Farnese e il terzo a Castel Sant’Angelo .
Detto questo si potrebbe pensare addirittura ad un’opera verista , ma niente è più lontano dal verismo di questa opera ineguagliabile.
Infatti Tosca è molto di più. Intanto è una ben dichiarata presa di posizione anticlericale :dobbiamo ricordare che il barone Scarpia era il capo della polizia dello Stato pontificio e non è che la polizia ci faccia una bella figura .
Di fronte alla fede ingenua della cantante , portai fiori agli altari…alla fine ci sarà la magica romanza ..e lucean le stelle , un disperato addio alla vita dal forte sapore erotico , non c’è fede in Cavaradossi . solo un rimpianto molto terreno e sensuale.
Tosca è una cantante , una donna forse neppure tanto più giovane che ama un uomo molto carnalmente tanto da farle considerare il suo canto in base alla lunghezza( è spettacolo breve) poi ..poi c’è la speranza di una serata nella casa al mare .
Cavaradossi invece , spavaldo e tutto sommato un po’ ( molto ) ingenuo si va a infilare nel suo tragico destino perché in fondo per lui l’amore conta sì , ma conta anche dare l’aiuto politico al perseguitato ex console della spenta repubblica romana..
Il terzo protagonista , il barone Scarpia , eterno “vilain” , dipinto con il suo tema d’ingresso tragico ha scritto nella lussuriosa bramosia la violenza della sua tragica fine
Un feulleitton perfetto , nei ritmi e nella successione degli eventi..
Se poi ci aggiungiamo il grande talento di Puccini nell’accompagnare i tre personaggi ciascuno preceduto dal proprio tema si arriva ad una perfezione addirittura cinematografica.
Puccini ha sicuramente inventato il cinema prima del cinema , non l’ho detto solo io.
Nella breve vita del Teatro delle Muse di Ancona questa è già la seconda volta che viene messa in scena Tosca e devo dire di gran lunga migliore della prima.
Non è una Tosca tradizionale , c’è un’idea registica confermata dal largo uso di video e spostata in un indefinito contemporaneo.
Il regista Pete Brooks , che ad Ancona aveva portato una sua originale produzione di prosa The train si è cimentato con l’opera e non è un’impresa facile con un materiale così provocatoriamente difficile come Tosca.
Il risultato forse non è omogeneo , infatti prevale teatralmente la riuscita del terzo atto , di gran lunga il più drammaticamente riuscito della messincena.
Qualche piccola sbavatura , i tempi ahimè sempre più risicati delle prove , anche per un’opera di repertorio ,non levano niente al risultato drammaturgico dell’insieme.
Ottima la Tosca di Cellia Costella , dalla bellissima figura e resa scenica che ne hanno evidenziato tutta la drammmatica attualità del personaggio .
Antonello Palombi , a cui sicuro non manca la potenza vocale era purtroppo un po’ penalizzato dai postumi di una faringite e specialmente nel primo atto , dura e senza rete l’aria d’entrata “recondita armonia”, lo avevano leggermente reso meno centrato nella vocalità peraltro ampliamente riscattata nel secondo e soprattutto nel terzo atto dove si è rivelato ineccepibile.
Di sicura validità scenica lo Scarpia di Alberto Gazale , sicuro nel fraseggio e dalla bellissima chiara dizione.
Piacevole il Sacrestano di Davide Bartolucci che giocava in casa e all’altezza del risultato complessivo anche tutti gli altri.
Precisa direzione di Guilliaume Tournaire che ha diretto con sicurezza l’Orchestra Sinfonica Rossini, sempre valido il Coro lirico marchigiano preparato dal maestro Morganti e una piacevole sorpresa il coro di voci bianche diretto da Angela De Pace ,nel quale spiccava la giovanissima voce del Pastorello , pulita e intonatissima.
Bello, bello! Cultura, amore e perspicacia.
Sulla Tosca c’è sempre tanto da dire.