Leggo in un piccolo libro alcuni saggi e memorie riguardanti Gustav Mahler , (evidentemente è proprio una fissazione per me )e ci trovo una frase straordinaria , riferita da un amico col quale il compositore stava parlando : “essere felici è un talento.”
L’amico che la riporta si chiamava Ernst Decsey ed era un avvocato nonché critico musicale del Tagenspost di Graz.
La particolarissima frase fu una specie di riflessione mentre guardava il viottolo che portava verso la sua casa tra i prati ad Alt-Toblach . Prima aveva anche detto : come sono contento del mondo!
Questi frammenti ricavati dalla memoria di un amico che li riporta dopo tanti anni assomigliano in maniera impressionante alla musica del compositore :
lampi di felicità , ricerca di quello che può raccontare anche un sentiero come ricercando dentro di sé gli echi lontani di un canto popolare .
Certamente Gustav Mahler non ebbe una vita felice, la sua biografia piena di lutti nella sua prima gioventù , il numero grande di fratelli morti nelle più tragiche circostanze e poi la lotta per la vita , l’affermazione come direttore d’orchestra , ma anche il mancato riconoscimento delle sue grandi qualità di compositore ne fanno un uomo tormentato , anche quando il successo gli arrivò fu sempre compensato da forti disillusioni.
“Il mio tempo verrà “, la famosa frase che disse di sé . nella consapevolezza che un giorno il mondo avrebbe capita la sua musica .
Mi piace però ritornare alla frase iniziale perché in realtà sono molte le persone che non cercano di sviluppare questo talento , anzi mi pare che sia un talento raro .
Sarebbe bello ripensare a questa preziosa riflessione: essere felici è difficilissimo , ma se neppure ci si prova a cogliere i lampi di felicità nei rari momenti in cui ci è concesso alzare la testa , allora davvero la vita diventa piatta e grigia .
La straordinaria alternanza di sentimenti della musica di Mahler può essere di stimolo per intraprendere il difficile cammino.
“Ich ging mit Lust” – molto bella la versione di Angelika Kirchschlager, eterea quella di Lucia Popp.
Me lo immagino, solo e contento, nella bianca casetta di composizione sull’Attersee.
Ascolterò la versione di lucia Popp, grazie…