Don Carlo , un’opera del cuore . In diretta da Firenze , mi metto davanti alla tv e comincio a soffrire : vorrei scrivere qualcosa ma mi trattengo .
Poi un vecchio amico scrive se perlomeno l’ingresso era gratuito e si scatenano altri amici , capisco di non essere la sola a non reggere .
Lascio la diretta e senza alcuno sforzo , con un semplice clic ( evviva la tecnologia ) tiro fuori dalla mia pennetta già inserita nel televisore un prezioso reperto , neanche di grande qualità e oggi introvabile : il Don Carlo di Monaco del 2012.
Evviva , tutta la meravigliosa musica di Verdi riprende il suo splendore . L’allestimento non ortodosso ( tutto in una scatola con tante aperture ci da il senso claustrofobico della lugubre vicenda del povero Infante ).
I cinque atti , doverosi ormai , mi raccontano le pene , gli intrighi , gli affari di Stato che sono tutti nella stupenda partitura e nel libretto , basta rappresentarli come sono scritti.
Tutti sono nella parte a cominciare da un bellissimo Kaufmann , forse al massimo del suo vigore giovanile , Anja Harteros perfetta , un Re Pilippo di Renè Pape desolatamente disadorno nell’intimo , eccellono tutti anche e soprattutto nelle controscene mai gratuite, non ci sono sbavature e sguardi fuori posto alle telecamere .
Si fa tardi , molto tardi , ma mentre il ricordo si fa più vivo ( ho avuto la fortuna di vederlo dal vivo con Tezier nella parte di Posa ) seguito ad ascoltare rinviando di spegnere perché via via ho ripreso ad aspettare i grandi momenti:
ancora fino al grande duetto del secondo atto , ancora fino al Lacrimosa sul corpo di Posa , ancora ancora e ho fatto le due di notte !
Prima di recuperare un sonno ahimè perduto ricomincio a pensare all’opera di Firenze : vecchissima in tutto , anche la direzione stanca di Metha mi conferma che sia giunto il momento di staccare. Poche prove e si vede , ciascuno fa la sua parte , più o meno bene . Sembrano un puzzle di voci messe a caso. Si salva , per quello che ho sentito, la Gubanova che si stacca decisamente dal caos generale anche se orbata di un occhio .
Il prezioso (?) conduttore ci spiega che l’occhio bendato è una raffinatezza storica in un’ opera in cui tutto è inventato e qui davvero sobbalzo sulla poltrona !
Inventato Filippo secondo , Don Carlo , Elisabetta di Valois , la pace di Cateau Cambresis? Ma come li trovano certi esperti a Firenze?
Pensare che proprio al Maggio di tanti anni fa feci il primo incontro con la meravigliosa opera , certi erano altri Maggi e altra vita, mi verrebbe da dire col classico rimpianto dei vecchi.
Sono d’accordo con te, meraviglioso il Don Carlo di Monaco 2012!!!!
Non avevo idea del di Firenze.
L’anno scorso ho sentito Mehta in concerto a Madrid,e anche tante otre volte quando più giovanne, e veramente addesso li manca quella bella energia che aveva prima!!!!
Cari saluti Adriana.
Purtroppo tutti invecchiamo …