A margine del grande concerto di Parigi alcune modeste considerazioni da prendersi con cautela e senza rancore ….
Intanto la “grandeur” del presentatore , gli colava da tutti i pori, il più , la più . etceterà etceterà…
Ammetto che era abbastanza veritiero perché anche se non credo che sia il più grande concerto del mondo all’aperto ( mi pare che la Waldbhüne a Berlino abbia 25mila posti a sedere) resta sempre un spettacolo magico con quel fondale che progettò l’Ingegner Eiffel e che fa sempre la sua bella figura sul Champ de Mars.
In realtà in me parla un’invidia nera per tutto quello che potremmo fare anche noi e che invece non siamo proprio più capaci di organizzare.
Si potrebbe dire dei cantanti : in effetti erano tutti , come suol dirsi , su piazza , non sono andati a cercarli lontano perché in Francia si fa teatro d’opera ad alto livello anche a luglio , anzi se ne fa di elevata qualità!
Hanno un’Orchestra nazionale di Francia e penso che se non ci perdessimo in campanilismi idioti ce l’avremmo anche noi l’Orchestra nazionale . Solo che si chiama Santa Cecilia e altrimenti si potrebbero turbare gli aficionados della Scala.
Ha diretto un prestigioso maestro russo , i cantanti , a parte la gloria nazionale Ludovic Tezier erano due americani , una tedesca e una georgiana, qualità altissima delle prestazioni e poco conformismo nella scelta dei brani.
Si è cantato tanto in italiano , anche Mozart del Don Giovanni ma con tutto l’amore che ho per la Francia e per i francesi non riesco a digerire la loro terribile impudenza nel dire “O mio Babbinò carò” o nello francesizzare il caro Richard Strauss che regolarmente diventa Stross…ma pazienza cantavano tutti così bene .
Insomma io guardavo , ascoltavo e invidiavo . Perché da noi è impossibile pensare qualcosa di simile ?
Abbiamo le piazze più belle del mondo , le città d’arte e anche preziose realtà musicali ma …i teatri da noi l’estate chiudono , l’Arena di Verona sicuramente non è più l’Arena d’antan , Caracalla non mi pare faccia un cartellone all’altezza.
Si salva , mi si perdono il campanilismo , lo Sferisterio di Macerata e soprattutto il gioiello prezioso , anche a livello internazionale che resta ancora il Rossini Opera Festival.
Per chiudere questo attacco d’invidia ritorno a Parigi , che val sempre una messa , anche quando si tratta del concertone del 14 luglio.
Un autentico brivido la Marsigliese finale , confesso , invidio loro anche l’Inno nazionale perché mi sembra in fin dei conti anche un pò mio……
Ah, il povero piccolo Stéphane Bern! La musica non è il suo genere. Ecco alcuni commenti parigini (io mi trovo piuttosto d’accordo col secondo). Da notare l’ultimo…
“Et si Stephane Bern pouvait se taire avec son ton doucereux et sirupeux…”/”Je trouve que compte tenu des contraintes de l’exercice (public populaire, brièveté de l’intervention entre chaque morceau…) il s’en tire très bien.”./ “Ah ben désolé mais moi je préfère mille Stéphane Bern à un seul Alain Duault! “/ “Duault, lui au moins, se tait lorsque la musique commence. Et puis, à quoi servent ces pépiements entre deux morceaux?”
“En entendant Tézier, j’ai des envies d’assassinat envers ceux qui nous ont privé de son Iago au ROH.”
Perfetto l’ultimo paragrafo !
Come sempre hai centrato nel segno!
Attacco di nervoso per la durata di tutto concerto ( escuso i momenti di assoluto godimento in cui Anita dominava la scena ❤️) per la nostra incapacità e paura di fare una intelligente serata con brani d’opera eseguita da fior di cantanti .
Avevo paura a scriverlo , ma vedo che pensiamo nello stesso modo ….