Pensavo di non avere più niente da dire su questo Chenier ma non avevo fatto i conti con la magia dello spettacolo dal vivo che ogni volta rinnova le emozioni.
Questa ripresa estiva durante il festival è stata addirittura più travolgente dell’opera vista in primavera.
Una serata da standing ovation globale , un teatro in delirio , la tensione palpabile fino dalle prime note .
Già nell’entrare a teatro ho capito che il pubblico era diverso : l’eleganza delle signore , gli uomini in cravatta, nessuna sciatteria in giro , si capiva l’emozione di una « seratona ».
Hanno cantato tutti al massimo della loro emotività e alcuni piccoli accorgimenti della regia hanno migliorato decisamente la visione della complicata scacchiera scenica .
Effetto Kaufmann ? Non solo perché tutti erano in stato di grazia e il tempo è volato sulla tragica storia che mi sono cantata dentro con uno stato di emotività da brividi .
Mi sono trovata a ripetere dentro tutte le arie di questa opera tanto popolare e ammetto anche un po’ ruffiana , ma dal risultato avvincente .
Altro che « pane e brioches! » Come dice un mio carissimo amico critico illustre.
Tanto ero emozionata che le foto mi venivano da schifo ma la mia insistenza con i cerberi alla porta mi ha fatto raggiungere i cantanti felici e contenti nella piccola folla degli amici dietro il palcoscenico.
Grazie alla gentilezza del direttore ho sfondato il blocco e per la prima volta in vita mia mi sono trovata ad abbracciare e baciare Jonas con naturalezza materna.
Mi sono anche ricordata di chiedergli quando all’uscita era sommerso da centinaia di persone plaudenti se potrò sperare di sentire i Vier Letznen Lieder in futuro .
Mi ha detto serio serio di si , che li ha in programma un paio di volte il prossimo anno, una sicuramente a Londra e l’altra in Germania ….e mi ha anche autorizzato ad anticiparlo nel mio blog .
Qui mi fermo , a Luca dedicherò un pezzo a parte. Per Ania un pensiero dolcissimo per questa sua « mamma morta » veramente callassiana .