Forse non ci siamo resi conto abbastanza nel nostro paese quanto danno di immagine hanno fatto nel tempo alcuni sceneggiati televisivi di successo
Oggi il tassista romeno che mi portava in aeroporto in un basic e problematico inglese mi spiegava serio che la mafia dei taxi di Bucarest é la naturale copia della mafia italiana .
Mi racconta di quando da bambino aveva visto La piovra e il poliziotto Cattani era il suo eroe. Ricorda con emozione mista a nostalgia , ma l’immagine forte che gli è rimasta è quella dalla Mafia onnipotente .
Penso con angoscia che ancora qui non hanno visto Gomorra .
In questo paese , ancora faticosamente legato al ricordo di un regime comunista , l’idea di libertà dei commerci è molto lontana e il risultato produce tante piccole mafie locali legittimate , si fa per dire, dalla grande madre mafia italiana.
Che abbiano ragione i retrogradi conservatori del nostro paese che vorrebbero vedere esportata solo l’Italia dei mandolini e della pizza?
Quando Goethe parlava del paese dove crescono i limoni non pensava che un colto e intelligente tenore avrebbe intitolato un suo flop discografico Dolce vita , come a dire che l’Italia è ancora un paese irreale , romanzato e banalizzato anche da chi la ama di un amore romantico e infantile.
In questo sgarruppato aeroporto di Bucarest ho molte ore da passare , il mio volo è nel tardo pomeriggio e io sto seduta nell’unico caffè decente che ovviamente si chiama Lavazza . L’Italia che vorrei esportata è solo questa.