Da anni vengo tacciata di snobismo perché non amo andare alle Mostre d’arte e soprattutto le considero una forma pericolosa di bassa cultura.
Finalmente qualche giorno fa ho letto sul Corriere della Sera che due critici d’arte hanno dato alle stampe un libro intitolato “Contro le Mostre” nel quale spiegano con articolate argomentazioni quanto io in maniera più semplice cercavo di spiegare polemicamente ai miei occasionali interlocutori.
I due autori Vincenzo Trione e Tommaso Montanari parlano addirittura di”mostrismo”.
Le loro argomentazioni coincidono perfettamente con la mia conclamata antipatia per queste manifestazioni che nel loro libro gli autori non esitano a paragonare alla logica dei “cinepanettoni”.
Si va alle mostre come si va ai centri commerciali in festose compagnie familiari o in gruppi organizzati , le mostre viste come pretesto di gite.
Spesso le opere esposte si potrebbero tranquillamente vedere nei musei delle stesse zone ,ma l’occasione di festa mancherebbe e anche il guadagno di chi le organizza e propone alle Amministrazioni andrebbe perduto.
I due autori si divertono a citare percorsi ironici :da Raffaello a Schiele o da Giotto a Morandi….e potremmo proseguire allegramente in alcuni casi con effetti esilaranti .
Spesso si ricorre ad un titolo “civetta”. Il nome importante nel titolo poi nel percorso della mostra dell’autore importante le opere si contano sulle dita di una mano.
Ovviamente ,ma solo in pochi rari casi ,le mostre valgono davvero e comunque hanno in sé qualche rischio non sempre calcolato.-
Gli autori ci ricordano che sopra le nostre teste sugli aerei volano i Rembrandt, i Vermeer, sottratti alle tranquille sale dei musei dove normalmente stanno così che mentre le opere rischiano i poveri visitatori che comunque ancora vanno nei musei trovano squallidi cartellini annuncianti la momentanea assenza dei capolavori in gita.
Non voglio fare di ogni erba un fascio : una volta al MART di Rovereto vidi forse una delle più belle mostre che comunque mi sia capitato di vedere :il tema era “ la montagna nell’arte”e credo che raramente si sia potuto in maniera così approfondita fare una bellissima mostra su un tema originale e poco affrontato dagli studiosi.
Al contrario e per chiudere con una risata :vicino a me si è fatta una mostra pomposamente intitolata daTiziano a Tiziano .
Ebbene, nella stessa città ci sono in effetti due opere del grande pittore , ma stanno a cinquecento metri di distanza una dall’altra: una in chiesa e una al museo cittadino .
Tutta da verificare l’utilità di una simile mostra, salvo forse per chi ha pensato di organizzarla.
Da Tiziano a Tiziano – questo titolo si che è una bella civetteria…
Quella temuta etichetta: Prima visita a Vienna, mi reco fidelmente nel Belvedere, cerco il “Bacio” di Klimt, e che vedo? l’etichetta. Il “Bacio” si trova in una mostra a Tokio.
Ecco , appunto , volevo dire ….