I
In questa città di mezzo Adriatico la primavera stenta ad arrivare . Davanti a casa mia il mare sempre un po’ verde , il vento da nord mi ricorda che lassù c’è la porta del Quarnaro , la porta della bora.
Tutta la vetegazione è in ritardo , l’inverno veramente pazzo ci ha portato anche il Burian , la neve a febbraio , il vento a marzo e ora addirittura anche la nebbia ad aprile.
Tutto questo per dire che le stagioni sicuramente hanno anche un effetto notevole sulla psiche , non so se sia l’età o il sole che ancora mi manca , ma certamente ho deciso di essere autorizzata a dichiararmi depressa.
La depressione però ha una radice più frivola : non ho fatto più i miei soliti viaggi-premio per andare a teatro da febbraio.
Però ieri sera mi è dispiaciuto non essere ad Amburgo e non per l’ennesima Tosca della mia vita ma perché , insieme alla coppia favolosa Kaufmann Harteros c’era un bravo baritono italiano : Franco Vassallo , persona oltretutto squisita e gentile e un direttore d’orchestra , anche lui italiano , che porta nel mondo la grande tradizione dei direttori del nostro paese. Piergiorgio Morandi.
Sarei andata per loro e anche per la favolosa , per me , messinscena di Carsen .
Una Tosca diversa , diversa perché Carsen ha interpretato e enfatizzato il ruolo della Diva e quel finale doppio , verso la platea immaginaria è un vero bellisssimo colpo di teatro .
Ripensandoci però credo che quel bellissimo giovane Jonas ai tempi di Zurigo quando all’inizio del terzo atto si muoveva per terra ricordando i”dolci baci e le languide carezze” ormai sia diventato un uomo grande , ormai per lui sono giusti i grandi ruoli wagneriani che oramai lo aspettano.
Non ci sono andata , Amburgo è tanto lontana , mi servono due cambi d’aereo e se non sono andata a NewYork per stanchezza e pigrizia a maggior ragione non vedo perché avrei dovuto trovare la voglia di andare ad Amburgo!
Però ripensandoci mi dispiace , soprattutto per i due artisti italiani che sicuramente hanno onorato la nostra tradizione e la nostra professionalità , sicuramente molto più apprezzata nelle fredde terre del nord che non a casa nostra.
Triste ma vero.
Ahimè