Ormai mi sto abituando . Quelli della mia generazione vedono piano piano sparire tutti i grandi registi , gli attori amati .
Qualche volta faccio prima a domandarmi se qualcuno è ancora vivo…..
E’ di oggi la notizia della morte di Ermanno Olmi , e questa mi ha fatto particolarmente male perché Olmi lo avevo amato già tantissimi anni fa , quando vidi un film sulla storia di un modesto impiegato nella Milano del boom economico.
il film si intitolava Il posto , in un rigoroso bianco e nero e lo amai come si amano le scoperte personali che in qualche modo diventano anche parte della propria vita.
Poi ci fu l’Albero degli zoccoli , un film di una poesia incredibile , rigorosamente ( e coraggiosamente) recitato in dialetto , con i sottotitoli in italiano.
Non mi fu difficile entrare nella storia , era universale il racconto della vita di una famiglia di contadini ambientato nella campagna bergamasca .
Poi , per me il suo film più bello : Il mestiere delle armi : un film in costume che raccontava di un Rinascimento duro , povero e senza retorica.
C’era sempre , al fondo di ogni suo film , una profonda carità cristiana , un senso di comunione con i fratelli che mi lasciava ogni volta piena di tanti pensieri e interrogativi.
Regista di una religiosità pudica , di un raccontare per sottrazione , Olmi è stato un grande narratore di una semplicità purissima.
Un cinema di valori , come quello di un altro che ci ha lasciato solo pochi giorni fa , la metà di un sodalizio incredibile : Vittorio Taviani . Resta il fratello Paolo , spero che ci regali ancora qualche momento di quel buon cinema dei valori universali , che una volta facevano l’orgoglio e il vanto del miglior cinema italiano.
Solo pochi giorni fa raccontavo nel mio blog la tristezza dell’attuale cinema cialtrone , purtroppo sembra che nel nostro paese, perso emblematicamente come nelle spazzature romane, non ci sia più spazio per chi invece attraverso le immagini ci ha insegnato l’amore e il valore della vita.
Anche lui! Grande Olmi, addio. A noi, che abbiamo visto e vissuto tanto, la nebbia sembra infittirsi, eppure qualche puntino di luce s’intravede nel buio. I giovani, i liceali, che trovano voce – l’abbiamo visto ora in America, l’ho visto già in Australia (che non è diciamo un paese progressista), lo vedo nei miei nipoti. Malgrado tutto che leggo sui giornali, gli Italiani sono sempre gli Italiani, e anche questo passerà. La terra è buona, basta coltivarla. Ci vogliono buoni professori….
L‘Italia di adesso è in una brutta palude , certo però dobbiamo colrivare comunque la speranza