Sono arrivata ad amarlo pienamente , incondizionatamente attraverso un lento cammino di conoscenza e probabilmente anche di maturazione personale.
All’Accademia di Santa Cecialia sir Tony Pappano ci ha regalato una esecuzione vibrante , preziosa e fragile della Nona Sinfonia.
Siamo nell’ultimo Mahler , il musicista provato dalla morte della figlioletta , dalla paura della perdita di Alma , dalla consapevolezza che il suo tempo sta per finire.
Tutto questo lo infonde nella sua musica disperata , composta nella piccola capanna del bosco di Dobbiaco , tra le montagne tanto amate.
Con tutto l’amore per la terra , per la vita che se ne va , alternando lo strazio dell’Abschied in un Lebewohl che chiude inesorabilmente , implacabilmente ogni speranza.
Ma riesce ad essere sempre amaramente ironico e compone una strana sinfonia che apre e chiude nell’angoscia e nel silenzio ed insieme ci racconta ancora la verità della vita umana con i due tempi intermedi pervasi di ironica conoscenza della vita banale che lo circonda.
Non si può raccontare il mare di musica mahleriana se non si conosce lo strazio di questa vita : ebreo tra i cristiani , boemo tra i tedeschi , straniero fra tutti , come ha sempre detto di sé stesso.
In questa sua quasi estrema sinfonia troviamo tracce di Das Lied von der Erde, si ritrova “Ich bin der welt abhanden gekommen” , in ogni nota l’autore ci parla della sua vita , della sua fragilità.
E’ il suo addio di quella intraducibile Sehnsucht che è insieme ricerca di una patria mai trovata , una Heimat dell’anima che ci coinvolge tutti.
Grazie a Pappano questa mirabile pagina è entrata ancora una volta con violenza nel mio cuore , con una grande orchestra di cui essere orgogliosi , una volta tanto , anche a casa nostra.
E’ il compagno della mia vita, da quando avevo 24 anni, e capisco con quanto amore et quanta conoscenza hai scritto queste parole.
O Mensch, gib’ Acht!
Vielen danke
Sono nata nel seno di una famiglia italiana, e dal ventre di mia madre ho ascoltato non solo i dischi che venivano suonati tutto il giorno, ma anche la voce di mio padre che cantava, dopo essere cresciuta con la musica nella mia anima, a poco a poco ho scoperto meravigliosi tesori con Wagner e poi con Mahler e altri compositori che mi hanno profondamente toccato, e ho potuto condividere tutto questo con mio padre che amava anche la musica proveniente da altri luoghi, non solo dall’Italia. Grazie per aver condiviso tutta la bellezza che hai vissuto in questi giorni, mi dispiace infinitamente non conoscere il tedesco, per essere in grado di godere molto di più di tutta quella bellezza. È vero, per certi compositori e per la loro musica è necessaria una certa maturità, spirituale e fisica.
Se uso qualche parola tedesca , che peraltro conosco pochissimo è perché ci sono parole splendide intraducibili i italiano.
Il Maestro Pappano è un mago, nelle sue mani tutta la musica è un miracolo.
E oltretutto anche una persona dolcissima