In anni molto lontani avevo molto amato Il Decalogo di Krzystof Kieslowski , ricordo a suo tempo di averne letto incuriosita della presentazione della serie al festival di Venezia e poi , capitando per caso a Firenze ero riuscita a vederne due capitoli , non in ordine cronologico peraltro .
Avevo passato mesi a ricercarli nei cinema , ancora erano lontani i tempi dei film in cassetta e men che meno avevo la speranza di vederli passare in televisione , anche se erano nati per la tv polacca.
Mi emozionarono moltissimo e poi quando mi fu possibile comprai le cassette che come reperti archeologici stanno in uno scaffale inutile , non saprei neanche più come vederli in quella modalità ,ormai.
Incuriosita e annoiata da quanto è passato in questo mese in televisione ho così cominciato a vedere , un’abitudine che non ho , la serie Sky di Nicolò Ammanniti intitolata Il miracolo.
Ebbene , ne sono stata presa come quella volta del Decalogo e ho capito anche che in qualche modo stavo vedendo uno spettacolo molto speciale e molto ma molto ben fatto.
Intanto l’interpretazione e la credibilità di tutti gli attori e sono veramente tanti che ne fanno un unicum corale ineccepibile per credibilità e qualità interpretativa.
Location perfette , ritmo incalzante , viene da pensare che ormai il prodotto televisivo abbia largamente superato la ristretta misura dei tempi cinematografici quando si tratta di sviluppare temi e pensieri articolati
Ho addirittura rivisto la serie completa anche perché mi era stato necessario ricordare alcuni passaggi che nel passare una settimana tra ogni due puntate mi erano forse sfuggiti
La rilettura mi ha confermato il pregio e la qualità dell’intero progetto e nel rivederlo mi sono accorta della somiglianza col bellissimo lavoro di Kieslosky.
Stessa tensione di fondo , stessa circolarità di percorso..
La fede cercata e non trovata , la fede ritrovata , la fede ironizzata : tutto concorrre comunque a portare lo spettatore a pensare , a interrogarsi, il che di questi tempi sicuramente non è poco.