Chissà se assomiglia di più a sorriso o a una stretta del cuore quello che mi ha provocato il foglietto caduto dal libro.
Lo raccatto e con stupore mi accorgo che è un biglietto d’imbarco: Mumbai –Varanasi .
Leggo anche la data , gennaio 2003. Una vita fa.
Ho sempre l’abitudine di usare le carte d’imbarco come segnalibri , me ne sono trovate diverse di strane ed esotiche nei miei libri . Una volta ne trovai una in cirillico , memoria di un viaggio per un volo interno in Unione Sovietica , viaggio nel tempo e nello spazio viene da dire.
Il libro che cercavo non era quello da cui il libro è caduto ,non mi ricordavo assolutamente di averlo portato in viaggio ,anzi addirittura non mi ricordavo di averlo letto!
Però quello che ricordo grazie quella carta d’imbarco così leggera che mi è svolazzata tra i piedi è l’odore di fango e latrina che saliva quando ancora era notte e non ancora l’alba dalla molle terra nella quale i miei piedi affondavano mentre mi avvicinavo ai Ghat , le scalinate del Gange.
Fu quella notte che amai violentemente l’India mentre salivo sulla barca , i lumini in mano abbandonati in preghiera nelle acque limacciose della grande madre Ganga.
C’era anche l’odore delle pire e il fumo del crematorio comunale ( farsi cremare lì costa meno) eppure io ne ho riportato un ricordo insieme violento e di pace.
Era il mio secondo viaggio in India , avevo pianificato di farne un terzo e forse un quarto , poi la mia vita ha preso altre strade e non in senso metaforico.
Riprendo la ricerca del libro al quale sto dando la caccia , ne ho troppi e non sono mai stata capace di farne una seria catalogazione , vado a occhio , stanza per stanza e non sempre trovo quello che cerco.
i libri hanno questo di bello , li trovo qundo smetto di cercarli , ma spero sempre che tra le pagine svolazzi giù una carta d’imbarco.
In questo tempo di foto continue vale molto di più la sensazione della memoria : E’ proprio il caso di dire l’attimo fuggente.