Come ogni anno durante il Festspiele il Bayerische Staatsoper regala agli appassionati anche uno spettacolo barocco nella suggestiva cornice del Prinzegententheater.
Qust‘anno la scelta è caduta sull‘opera più famosa ( e più rappresentata di Haydn) , liberamente ispirata all‘Orlando furioso dell‘Ariosto.
Leggo dalle preziose fonti che vado cercando qua e là che ne esiste la versione tedesca intitolata Ritter Roland.
Il libretto fu scritto da Carlo Francesco Badini rimaneggiato da Nunziato Porta e rappresentato la prima volta nel 1782 in Ungheria al Castello Esterhaza a Fertöd.
Il soggetto eroicomico mette in scena nei tre atti canonici le avventure e sventure di Orlando , di Angelica , di Rodomonte , della Maga Alcina e del servo Pasquale , una ennesima variante di Sancho Panza .
Questa rappresentazione , sotto la bacchetta di uno specialista del genere, Ivor Bolton , che non fu tanto apprezzato recentemente a Roma nel Requiem di Rossini e che invece qui ho avuto modo di apprezzare tante volte è veramente di un divertimento unico.
Si ride e si ascolta una musica preziosa che però senza tutte le trovate sceniche che si susseguono senza sosta potrebbe rivelarsi ad orecchie non aduse leggermente ripetitiva .
Invece …invece quando si ha sottomano Haydn nella sua opera probabilmente più felice ( non a caso anche la più eseguita tuttora) e una regia provocatoria quanto basta tutto diventa magicamente velocizzato.
La trovata maxima è quella di avere ambientato tutto in un cinema anni cinquanta nel quale si da un film muto ovviamente in bianco e nero con le didascalie classicamente incorniciate ,
Ma questo non basta : prima del film c‘e il film che racconta le storie dell‘operatore piuttosto porno , del gestore sporcaccione , della cassiera e della servetta giovinetta vezzosa.
L‘inizio clamorosamente osé ci porta poi nella storia della storia : il film ovviamente è intitolato Angelica e Medoro , il tutto viene raccontato su due livelli , in primo piano il cinema , sullo schermo la storia In costume, ma l‘osmosi veloce tra i due livelli serve a velocizzare il racconto .
I cantanti si travestono praticamente a vista , gli attori muti ma fondamentali per realizzare un plot narrativo nel plot classico ariostesco sono diretti magistralmente .
Il regista ,da tenere d‘occhio , si chiama Axel Ranisch che si è fatto intervistare con il gatto voluttuosamente accarezzato in grembo è decisamente geniale .
Cantanti e attori stanno al gioco , si ride molto , le tre ore volano, la musica ne viene esaltata al massimo .
Abbiamo già Masetto e Zerlina , abbiamo già una sorta di Calalogo cantato dal servitore , Mozart seguiva una strada già ben tracciata e qui lo sentiamo benissimo.
Direi che cantanti e attori vanno citati tutti a cominciare dal bellissimo Rodomonte di Edwin Crossley-Mercier che canta ,balla e recita pure …il Pasquale di David Portilllo , Orlando ridicolo di Mathias Vidal , Medoro di Dovlet Nurgeldiyev , Angelica Adela Zaharia , Alcina Tara Erraugt, Eurilla Elena Sancho Perez , tutti cantano benissimo in italiano , tutti padroneggiano perfettamente la lingua ..ma di italiani non ce n’è nessuno !
Un plauso notevole alla coppia di attori Gabi Herz e Helko Pinkowski ( una specie di Bobo in carne e ossa).
Che dire , queste cose così fa rabbia non pensarle anche a casa nostra , veramente in questo caso lo dico con un po‘ di amarezza.
Passare il Brennero farebbe bene a pubblico e critica , si eviterebbero cantonate clamorose.
Foto di Angelo Capodilupo
Oggi ho tradotto una recensione dal francese all’inglese di Orlando Paladino, condivido l’amministrazione della pagina dedicata a Dovlet Nurgueldiyev, un giovane tenore la cui voce è bella e sta scalando nella sua carriera, un ragazzo simpatico, intelligente e umile, che noi sosteniamo con tutto l’affetto. Anche il critico francese ha trattato molto bene il suo lavoro, e la produzione è davvero interessante e innovativa. Tutto il cast è omogeneo, giovane e degno di tutti gli applausi, mi dispiace di non poterla vedere. Grazie Adriana ♥
Una delle cose più interessanti del festival