Alla KuntsHalle la mostra Du bist Faust? Da ignorante e polemica mi è bastata un‘ora scarsa per vederla .
Riassumo : ottima idea , scenograficamente ineccepibile , ma oltre al fatto che non sono tedesca e che il Faust di Goethe non è proprio il mio libro da comodino , mi si è posto il problema di „ leggere „ comunque la mostra in chiave figurativa.
Dunque : spezzoni di film ( Mephisto, l‘Età dell‘innocenza , vecchi reperti tedeschi , ma manca il bellissimo film russo di pochi anni fa!) .
Riferimenti musicali , ovviamente . Il Faust di Gounod , la Damnation de Faust di Berlioz , casualmente (?) si sono dimenticati del Mefistofele di Boito.
il concetto è rappresentare il Faust che è in ciascuno di noi , quindi molti specchi su cui si va a sbattere e soprattutto molte croste ottocentesche , del genere „pompier“ … che non mi entusiasmano proprio .
Bellissimo un solo Kiefer , ispirato a Margarete e soprattutto ispirato alla Totesfuge di Paul Celan . L‘amica coltissima a cui la mostra è piaciuta molto , mi ha pure spiegato che su quella poesia Kiefer ha addirittura fatto una serie di quadri che lei ovviamente aveva visto a Venezia …
L‘ignorante si inchina e resta comunque della sua idea . In fondo la storia di Faust e Margherita occupa solo una piccola parte del poema…e ci sarebbe tutto il Faust due , ma forse troppo difficile anche per i curatori di mostre bavaresi.
Alla Haus der Kunst , enorme scenografico monumento alla follia hitleriana si fanno mostre di arte contemporanea , sublime vendetta storica , trionfo dell‘arte degenerata!
Pare che recentemente il direttore fosse addirittura nero…. in effetti gli enormi spazi di nefasta memoria , oltre ad essere un naturale set per film sul nazismo sono anche tanto grandi da giustificare le grandi installazioni .
Attualmente una mostra di chiama Blind faith , fede cieca , non ho capito bene in che consista, ma l‘arte contemporanea ha questo di bello : è molto fotogenica .
Inoltre al secondo piano c‘e una mostra interessante e molto suggestiva di un autore indiano , ispirata ad una storia terribile , un tragico incendio di cui furono vittime piu di 400 fedeli , intitolata Disjuntures.
La mostra è una specie di cammino della memoria , mi hanno molto colpito i letti bruciati di un dormitorio , in cui le reti sono in realtà tutte suole bruciate di scarpe e il gruppo scultoreo in terracotta delle 409 vittime .
Certe volte anche l‘arte contemporanea mi piace molto. Mi fa pensare.
Bello; mi sembre di vederlo.
Kiefer si è molto ispirato da Celan.
A Monaco le mostre non sono mai banali