Un’ora e quaranta di musica stravolgente : un Lager infernale in cui si dibattono anime perse ,creature segnate da destini violenti , un inferno di vivi .
La regia di Frank Castorf si avvale di una scenografia di Alexandar Denic’ che ruota su se stessa, tra luci taglienti e immagini video riprese a vista , l’occhio cinematografico ingrandisce l’orrore mentre ce ne porge sconciamente i particolari .
Gran bella musica e gran bel teatro e poco mi importa di sapere le storie di questi dannati della terra , un tenue filo della memoria mi rimanda ad un Dostojewski riletto da poco, ( si era dato alla Scala in un allestimento stupendo e diversissimo di Patrik Chereau ) .
Questo è molto più slavo nell’animo , molto più duro da reggere , ma in fondo è quello che ci racconta Leos’ Janacek con la sua musica ed è quello che resta nei nostri animi induriti alla fine del racconto nel quale si fondono sangue e sperma , lacrime e terrore,
Come al solito bravissimi tutti gli interpreti e sono davvero tanti. Il direttore d’orchestra è una donna dal polso , duro , si chiama Simone Young ,viene dall’Australia e ha la stazza delle donne di quel continente , da ricordare anche le riprese video a vista di Andreas Deinert e Jens Crull un miracolo di tecnica registica in simultanea.
Il teatro é pieno di un pubblico entusiasta , penso con raccapriccio al forno di un italico teatro davanti ad un’opera in ceko …con millanta bravissimi cantanti -attori . Cose di Monaco , qui sono ben addestrati a tutto.
Cito per correttezza un po’ di nomi , tutti da ricordare a cominciare da Peter Mikulas a Evgeniya Sotnikova , da Ales’ Briscein a Bo Skovhus ma farei torto a tutti gli altri :russi , tedeschi o americani , tutti ugualmente perfetti nei rispettivi ruoli.
Questo è uno spettacolo di quelli importanti da vedere dal vivo , ma per apprezzarne meglio la misica ci si augura la ripresa in Dvd, comunque da risentire..