Fino a poco tempo fa le Marche erano una regione quasi ignorata a livello nazionale . Non ci succedeva niente , Un milione e mezzo di abitanti addossati per lo più sulla fascia adriatica deturpata dalla ferrovia , splendide colline sonnacchiose e una montagna povera e spopolata.
Qualche volta ridendo osservavo che neppure il meteo ci considerava : generalmente si diceva quella che avveniva in Romagna e poi si passava tranquillamente all’Abruzzo.
Da un po’ di tempo in qua siamo , come si diceva un tempo, ahimè, molto spesso all’onore delle cronache e non è un segno positivo.
Qui si fanno a pezzi perdute ragazze ( si scopre poi vergognosamente sfruttate nella loro indigenza fisica e psichica ) anche dai benpensanti cittadini che ne approfittavano per pochi euro andandole a cercare vicino ai centri di recupero per tossicodipendenti , muoiono ragazzini come in una mattanza in attesa di un inverecondo trapper in un incantato paese dell’entroterra di Senigallia, si ammazzano le donne come in un qualsiasi altro luogo italico . Insomma le sonnolente Marche leopardiane si sono allineate al degrado generale.
Anche politicamente qui tutto è cambiato : una volta c’erano le Marche rosse, l’isola bianca di Macerata e poi qualche imbarazzante tendenza verso destra nella Marca ascolana, tutto prevedibile , tutto abbastanza correttamente gestito.
Il vento del cosiddetto nuovo ha investito anche questa regione , i risultati ancora non si vedono . Del resto è molto difficile vedere quello che ancora non è avvenuto , certo che i “nuovi” ben poco potevano fare , visto che tutto si decide altrove.
Ma se oggi ho voglia di fare una riflessione lo devo a due eventi diversi e terribili avvenuti proprio a Natale.
Mi riferisco all’omicidio di Pesaro ( dovremmo domandarci fin dove arrivano i poteri della Ndrangheda?) ma soprattutto alla morte tragica di quel ragazzo , forse afgano, che ha finito la sua breve vita schiacciato da un Tir al quale era aggrappato e sotto il quale credeva di essere finalmente arrivato alla fine della sua fuga.
Conosco bene quel tratto della Flaminia spesso intasato dalle file dei camion che sbarcano nel porto , ogni volta penso che dentro o sotto ci possa essere qualche disperato che tenta la fuga da antiche miserie . Una volta li hanno pure trovati già morti asfissiati dentro quelle strane scatole viaggianti che rappresentano per i poveri più poveri uno strumento di fuga e di speranza.
Il ragazzo che a Natale è rimasto schiacciato sotto le ruote di un Tir il cui autista probabilmente neppure si è accorto di quello che succedeva rappresenta per me il segno della fine della pietà nei cuori degli indifferenti cittadini delle Marche.
Abbiamo mangiato il nostro pranzo di Natale nel silenzio dei nostri cuori, a nessuna Associazione , Partito , Comunità è venuto in mente di fare una fiaccolata in ricordo di questa simbolica vittima dell’Occidente che letteralmente schiaccia coloro che tentano , spesso vanamente , di fuggire da fame , guerre e miseria ad un passo da noi.