Siamo nei giorni finali della Brexit e la cosa che colpisce di più a teatro e la visibilissima eterogeneità del pubblico . Aria tanto internazionale in sala quanto in palcoscenico: qui davvero sembra impossibile staccare il Regno Unito dall’Europa . Anche se gli inglesi continuano a misurare a modo loro , a costringerci a controlli per non essere mai entrati nell’area Schengen, a guidare alla rovescia ed ad insistere pure sulle prese della luce particolari .
Ma quello che conta è il sentire parlare tutte le lingue , avere tutti gli abbigliamenti affiancati più improbabili.
Questo in parte aveva un po’ scandalizzato le elegantissime e griffatissime signore italiane dietro di me : una ha persino chiesto alla vicina “ ma al Covent Garden sono più eleganti? “
Ohibo’ magari non è obbligatorio sapere che la Royal Opera House viene indicata anche con il suo indirizzo!
Ma ritorniamo alle nostre riflessioni : Verdi scrisse l’opera per il teatro di San Pietroburgo traendola da un trucido racconto spagnolo , si svolge un po’ in Spagna e un po’ in Italia , perché qui si facevano sempre le guerre con i mercenari , Alvaro è proprio un diverso , un extracomunitario emarginato , tutte cose che hanno a che vedere con i sovranismi imperanti nel mondo attuale .
Per cantanti la stessa riflessione : una russa , un tedesco e un francese , ai quali aggiungiamo la splendida squadra italiana e a due vecchie glorie inglesi . Il regista è tedesco , ma non è molto importante mentre lo è il grande Direttore : inglese oriundo , figlio di italiani .
Alla ROH c’è pure una specie di maestro di cerimonie , molto british , che risponde però al mitico nome di Salvatore ed è lui che richiama affettuosamente il grande tenore attardatosi in palcoscenico con conoscenti e amici a correre “ di sopra” dove lo attende il neonato con la mamma.
Io ho consegnato il mio ultimo parto letterario a Jonas , le foto le ha scattate Salvatore . Sono anche riuscita a complimentarmi tanto e davvero con un Pappano radioso, credo sia molto soddisfatto di questa sua ultima impresa.
Non sono riuscita a salutare i mitici bravissimi italiani , tutti in fuga direttamente dal palcoscenico a cambiarsi , solo Veronica Simeoni si è attardata con i suoi amici , ammiratori , praticamente seguitava a ballare finito lo spettacolo.
C’era un party ai piani alti , credo che però i cantanti se ne fossero in gran parte andati via , me lo dice l’informato Salvatore.
Fuori grandi pozze di pioggia , i taxi neri scivolavano sul lucido asfalto , brillano le luci del distretto teatrale , mi dicono che ancora sono sospesi al “no deal”. Questa Londra sembra indifferente alla tragi-commedia, il resto del paese probabilmente un po’ meno.
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