Il mondo della lirica ha in se una componente fiabesca , irrazionale , incantata che va bene aldilà del testo e della musica .
L’opera incanta lo spettatore per la somma di tutte le emozioni che regala e qualche volta è addirittura il risultato magicamente combinato di tutte queste emozioni che lo spettatore , anche il meno culturalmente preparato,riceve .
Un delizioso esempio è nel film Pretty Woman , passato chissà quante migliaia di volte sui teleschermi e che ancora , incredibilmente attira per la grazia fiabesca della storia e non solo.
C’è a mio avviso nella stupenda scena della visione della Traviata a San Francisco , quando la reazione della spettatrice musicalmente digiuna ( la messa in scena è quanto di più orribilmente datato e americano ci possa essere) viene raccontata dalle sue emozioni e dall’attenta reazione ad esse del suo incuriosito partner.
Traviata vive la sua storia , a specchio e senza rendersene conto , vive il dramma di Violetta fino al sublime commento quando la vicina di palco le chiede se le è piaciuta : mi si sono intorcinate le budella! ed è una frase cult che si ripete per sempre nelle menti degli spettatori.
Un diverso modo di sorridere entrando anche solo di straforo nel mondo operistico ce lo offre il sultano dell’Oman che , beato lui , con i suoi petroldollari si è regalato un luccicantissimo , brillante di marmi e di ori, Teatro dell’Opera .
Quest’anno è stata rappresentata la Lakmè di Léo Delibes portata in Oman dal teatro dell’opera di Genova .
Curiosamente la messa in scena è , diciamo così, in abiti moderni ma il bello arriva quando il documentario inquadra gli spettatori che sono molto ,ma molto pù in maschera dei cantanti sul palcoscenico.
Gli eleganti ospiti provenienti da tutti gli Emirati sono con i loro abiti da sera decisamente più in costume , e che costumi!, dei cantanti in scena .
Effetto deliziosamente straniante , miracolo della lirica , dove “ogni dramma è un falso”.
Non riesco a sottrarmi alla domanda di rito che tutti i mediamente melomani spettatori italiani mi pongono: ha visto la Traviata di Zeffirelli dall’Arena di Verona ? Si stupiscono alla mia risposta negativa . Avevo rivisto per la centesima volta la Boheme scaligera , ancora una volta colpita dalla meravigliosa direzione di Von Karayan ma non avevo avuta nessuna curiosità per questa ennesima Traviata postuma che , sapevo, non mi avrebbe detto niente di nuovo.
Si stupiscono i miei interlocutori , per loro l’ultima zeffirellata avrebbe dovuto diligentemente interessarmi, ed è fatica sprecata spiegare che io , embè , magari trovo più interessanti alcune messinscene meno tradizionaliste .
Fatica sprecata , si va a teatro abbastanza poco dalle nostre parti , e capire che ci sia stata una notevole variazione del gusto lascia perplessi se non un pò offesi i miei interlocutori.
Forse però sono io che sbaglio , la magia dell’Opera arriva per tante strade e se nei nostri cartelloni ci sono sette Traviate , cinque Butterfly e un bel tot di Rigoletti va bene lo stesso, l’importante che agli spettatori arrivi il momento magico nel quale “gli si intorcinano le budella”.