Quando alle cinque Kiriill Petrenko alza la bacchetta sul rullo di tamburi dell’inizio dei Meistersinger mi avvio lieta nel mondo di Wagner che più amo.
Questa opera felice, scritta nel tempo di mezzo ,in attesa di completare il Tristano è uno splendido affresco umano corale.
Il protagonista Hans Sachs , spesso intrepretato come alter-ego di Wagner , in realtà è uno stupendo personaggio ,la cui tristezza sulla fine della giovinezza si scontra con la vitalità del “nuovo” Walter von Stolzing ( ma forse allora Wagner sarebbe lui ?) , intorno a cui si muovono vivacissimi personaggi di questa felice commedia e per tutti c’è una specie di tenerezza da parte dell’autore .
A cominciare dal delizioso Davidino , il scolaro , che si accorge con stupore che il Johannistag è ..anche la festa del suo amatissimo Maestro, alla saggia Lena , alla forse un pò troppo velleitaria e civettuola Eva.
Che dire poi del povere Beckmesser in cui Wagner ha infilato tutta una serie di vendette personale contro la classe dei suoi detrattori , a cominciare dal perfido Hanslick?
Tutti si muovono intorno al grande tema della musica nuova e del rigore passatista dei Meistersinger , convinti depositari della tradizione e della fedeltà alla medesima.
Questa ripresa , ohne Kaufmann , si avvale di un bravo sostituto , collaudato nel ruolo . Quando attacca il suo Preislied ce la metto tutta per non avere nostalgie , ma in quel momento preferisco concentrarmi su Petrenko, lo vedo da vicino e mi incanta il suo modo di dirigere i cantanti.
Poi come giustamente ha osservato una fedelissima del grande cantante : se tre anni fa era riuscito magicamente a interpretare il ruolo dimostrando la metà dei suoi anni , forse adesso il discorso avrebbe potuto essere in qualche modo diverso.
L’allestimento , collaudato e del quale avevo tanto parlato tre anni fa è lo stesso , la compagnia di canto modificata è comunque all’altezza della tradizione del BSO.
Pochi piccoli ritocchi alla regia, Eva e Lena solo le stesse : Sara Jakubiak e Okkaa von der Damerau, ma chi giganteggia è proprio Sachs, uno splendido Wolfgang Koch in ottima forma.
E’ cambiato il tenore che interpreta David : un bravo Kevin Conners , Beckmesser lo stesso Martin Gantner delle repliche di tre anni fa. I Maestri sono in parte gli stessi della collaudata squadra del BSO e in parte nuovi , ma sempre tutti bravissimi e integrati con la festosa messinscena.
Su Daniel Kirch che dire ? Il suo Walter veste la maglietta , che gli sta troppo grande , del suo ineguagliabile predecessore, è decisamente ingrato fare paragoni e il pubblico generosamente lo premia ,se non altro per il coraggio di essere lì, in quella parte difficilissima e dalle arie incantate.
Ovviamente si esce in fretta , non ci sono i chilometrici rientri alla ribalta , lo spettacolo è bellissimo,ma anche lunghissimo per la resistenza dei mediamente non giovanissimi spettatori.
Triste era stato vedere sulla scalinata del teatro tantissimi biglietti in vendita , anche a prezzo scontato; invece dei “suche Karte” molte offerte per lo più ignorate .
In definitiva si andava a sentire comunque la musica di Wagner , in un bel teatro , con un grande direttore e un bellissimo allestimento felice.
Per me e per molti altri l’appagamento completo quando sull’attacco di Eva parte l’avvio del Quintetto , una delle pagine più belle , a mio avviso , che siano mai state scritte nell’Ottocento e non solo.