Ci sono certi momenti in cui si sarebbe voluto essere altrove : nel mio caso essere a Monaco quando Kiril Petrenko ha diretto Ma Vlast ( la Mia Terra ) di Bedrich Smetana.
Leggo una dotta elegante recensione dell’evento in francese che mi arriva condivisa chissà come.
Questo è il lato prezioso dei social , grata allo sconosciuto blogger che me l’ha raccontata da lontano occorre spiegare il perché questa musica mi sia così cara.
I casi della vita mi hanno fatto incontrare e diventarne amica una pronipote del celebre compositore che vive in Italia e la deliziosa creatura ha fatto sì che quando sono andata a Praga ( ovviamente con il libro di Repellino Praga magica sotto il braccio ) pensassi continuamente alla musica del suo famoso avo.
Di quel viaggio ho tanti ricordi “magici” , compreso quello con uno strano scienziato esperto di intelligenza artificiale con il quale parlammo a lungo sotto il Ponte Carlo ,nel quartiere di Malastrana.
Soprattutto vivissimo mi rimane il ricordo di un concerto alla Smetana Hall , una magnifica sala con affreschi di Mucha , una meraviglia Art Nouveau, perfetta per la musica del grande compositore.
Una catena di emozioni e ricordi , più la consapevolezza di quanto sia capace di fare Kiril Petrenko alle prese con una composizione così affascinante mi ha riempito di sensazioni che in qualche modo assomigliano al dispiacere di non avere potuto godere di un momento simile.
E non importa se la Vlatva ( la Moldava) è anche la musica di sottofondo di una pubblicità che non ricordo : collegare Smetana , Praga , la Leila e Kiril Petrenko ha reso la mia giornata più luminosa.
Certamente aveva ragione Nietzsche quando disse che la vita senza musica sarebbe un errore.