Ogni tanto riemerge dal fiume carsico del bla-bla giornalistico il tema del crocifisso nelle aule scolastiche.
Ovviamente la più banale delle posizioni è quella relativa al fatto che la scuola italiana ha “benaltro” a cui pensare e quindi il cosiddetto caso viene respinto tra i problemi inutili.
Ebbbene stamani trovo un post che mi affretto a condividere e che riguarda una delle persone straordinarie che hanno attraversato il Novecento : don Lorenzo Milani.
Tra i miei rimpianti ho quello di non cercato di incontrare quello straordinario prete , morto giovanissimo , che con il suo magistero ha segnato e forse anche condizionato sicuramente più di una generazione durante il suo passaggio terreno.
Ho preziosamente letto e conservato tutti i suoi scritti , li ho condivisi tante volte che non me li ritrovo tutti nella mia libreria .
Era nato in una famiglia borghese di origine ebraica e dell’ebraismo aveva quella misticità che talvolta il cattolicesimo ha perduto , coraggioso e polemico fu anche processato per quel suo :l’obbedienza non è più una virtù e la sua Lettera a una professoressa , aldilà delle interpretazioni semplicistiche che ne alterarono la portata rivoluzionaria resta un caposaldo della scuola intesa come formatrice di uomini prima che di sapienti inutulmente aridi.
Non l’avevo conosciuto da vivo però ero andata sulla sua tomba insieme ad un pulmann scolastico di scuola media di un piccolo paese delle Marche : quel cimitero grande come un fazzoletto , quella tomba semplice all’ombra dei castagni me la porto nel cuore tra le immagini più emozionanti della mia vita .Ricordo anche che quando per un periodo fui consigliere provinciale venni a sapere che nelle file della DC c’era un rappresentante ,emerito professore ,cugino del mitico prete .
Mi avvicinai al cattedratico, tutta emozionata , e gli chiesi se era vero che fosse cugino del mio mito : mi rispose con un sorriso che assomigliava ad un ghigno che si, erano cugini , ma le loro idee erano totalmente differenti.
Non ne avevo dubitato , il conservatorismo dell’emerito professore era anni luce diverso dalla provocazione continua del prete di Barbiana.
Per concludere , riprendo dal post che oggi ho condiviso : don Milani per la prima cosa quando entrò nella scuola dove insegnava fece togliere il crocifisso perché spiegò che i segni della fede stavano altrove e che la scuola per sua natura doveva essere laica .
Ed erano ancora lontani i tempi in cui in una classe i ragazzi cattolici rischiano di essere addirittura una minoranza.