Ultimo giorno a Vienna . La mattina c’è la nebbia, poi la giornata si apre in un caldo abbastanza innaturale , anche qui.
Breve passeggiata , per me un classico viennese : la cripta dei Cappuccini. C’è tanta storia la dentro e ogni volta quando ci ritorno non penso soltanto al bellissimo libro di Roth letto tanti anni fa , ma anche a tutto quando c’è di effimero nella gloria terrena.
Per fortuna non ci sono folle di turisti , la visita è ancora relativamente ,elitaria.
Nel pomeriggio alla Staatsoper : qui le opere cominciano presto , ottima abitudine che in Italia non prenderemo mai.
Die Frau ohne Schatten, mai vista e sentita da me dal vivo ; Richard Strauss più Hugo von Hofmannsthal e un cast sulla carta veramente notevole. Rappresentata qui per la prima volta nel 1919 ha visto la ripresa del centenario proprio adesso , nel 2019.
Siamo alla ripresa della ripresa, l’opera era stata data in marzo , parte del cast è cambiato . Non è cambiato il megadirettore galattico Thielemann , che non amo particolarmente , ma devo ammettere che con questo mostruoso organico orchestrale ( gli strumentisti sono stipati pure negli accesi laterali) la resa complessiva è stupenda.
Non altrettanto stupenda è la messinscena , addirittura così tradizionale da far sembrare qualche magico momento musicale ..una recita scolastica. ( vedi i bambini con le candeline in mano alla fine!)
Straordinaria Camilla Nylund, suo il meraviglioso melologo finale da brividi.
Mi manca la Herlitzius , comunque la Nutrice è sostituita bene da Mihoko Fujimura. Grande come sempre Nina Stemme , la sua voce sembra superare il tempo che passa.
Schager e Konieczny , le voci ci sono , la partecipazione ai personaggi ..così come vuole Thielemann, nella più semplice delle convenienze.
Mi resta da pensare e non poco al fatto che Strauss e Hofmannsthal si scrivessero per anni, durante la prima Guerra mondiale , per confrontarsi su un racconto fiabesco orientale, quasi allontanando il mondo reale che li circondava.
Vero è che la fiaba è piena di sottotesti, ci troviamo di fronte a qualcosa che rimanda continuamente ad altro, testo e musica sono così preziosamente complementari e così pieni di rimandi ad altre storie, altre sollecitazioni.
E’ stato bello chiudere a Vienna questa breve vacanza , ho ripreso a camminare , ho visto cari amici , come dice l’amico Delise : il mio mondo.