Oggi la vedo così

Forse perché questo autunno caldo stenta a diventare un autunno vero , forse perché comunque qualcosa dovrà succedere al giro di boa della classica bufera “ dei morti”, forse perché non vedo intorno a me e nel più vasto mondo prospettive di ravvedimento collettivo oggi il blog si abbandona a riflessioni negative.

E’  chiaro che le notizie dal mondo non sono confortanti : in America latina le masse scendono in piazza per l’aumento di pochi centesimi delle tariffe What’s up o per  l’aumento del biglietto della metropolitana , ovunque il diabolico strumento dei social riesce a  mobilitare intere nazioni intorno a temi forse un tempo definiti marginali .

Ma i giovani , quelli che sui social vivono e si informano vorrebbero determinare il destino dei paesi in cui vivono.

Se il disagio economico , gli squilibri culturali ne sono la molla sono poi i mezzi di comunicazioe di massa che ne alimentano e producono quelle che sembrano pericolosamante essere abbastanza simili a delle  rivoluzioni.

In Catalogna scendono in piazza per ribellarsi alle condanne inflitte ai capi separatisti , in Germania , in quella che fu la DDR mai completamente riassorbita nei livelli economici alla Repubblica Federale, crescono disagio e voto di protesta.

Non stanno meglio gli inglesi , ormai un popolo letteralmente “sull’orlo di una crisi di nervi “ , preda ai balletti di un premier sbruffone e di un capo dell’opposizione impaurito di prendere una posizione impopolare come quella di rinunciare alla Brexit.

Non è che stiano poi tanto meglio in Francia , i “gilets jaunes” hanno devastato per lunghi fine settimana la capitale e le grandi città e se per ora tacciono non è detto che non ricomincino a protestare.

Dell’Italia non vorrei neppure parlare , tanto la nostra situazione è talmente grave da sembrare ridicola , come avrebbe detto icasticamente Flaiano.

Intanto il Parlamento europeo boccia la proposta di aprire i porti alle ONG , per pochi voti imbecilli in larga parte italiani.

Il popolo curdo , tradito da tutti , in perenne marcia verso una pace che assegni a loro una patria unica e riconosciuta…

Nell’indifferenza totale i bambini in Yemen continuano a morire di fame , da Est e da Sud un mondo di disperati in movimento seguita a morire nelle rotte balcaniche , nei lager libici , nel mare Mediterraneo.

basta , mi fermo, forse è colpa della depresssione atmosferica , vado a rallegrarmi vedendo un telegiornale:

forse magari i pompieri hanno salvato un gattino che stava per affogare.

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