Ascolto per la millesima volta la romanza di Cavaradossi “ e lucean le stelle “:
Il tenore la canta bene , il tono è squillante , le note ci sono tutte però…
Allora ritorno a sentire un giovane Jonas Kaufmann che la canta , non in teatro e in forma di concerto e capisco una volta di più se ce ne fosse bisogno che lui è davvero un fuori classe , uno di quelli che nascono di rado e che se si ha la fortuna di incrociarli nel proprio cammino tutti gli altri tenori sono proprio un’altra cosa .
Cerco di spiegarmi : la romanza è di per sé un capolavoro ed è una intima riflessione su un ricordo struggente , poi ad un tratto s’infiamma e alla fine diventa un grido disperato di ribellione verso il proprio destino.
Ebbene Kaufmann che capisce bene le parole e non pensa assolutamente alle note giuste da fare ,ne fa un discorso suo , intimo e appassionato senza praticamente muovere le mani abbandonate sui fianchi , la disperazione è tutta nella voce e alla fine lo sfogo disperato e virile strappa un brivido senza che il cantante sfoggi nessun gesto inutile e nessuna esagerazione nella recitazione.
Sarebbe così semplice farla così , sembra talmente banale eppure solo a lui riescono certi capolavori interpretativi che fanno riscoprire le parole del testo e nel contempo valorizzano la perfetta linea musicale .
All’inizio il ricordo : e lucevan le stelle , si apria l’uscio dell’orto , ecco Tosca che arriva , il senso caldo di un abbraccio sensuale e poi monta la rabbia : ecco ., tutto questo è perduto , proprio adesso e sembra adddirittura scoprirlo mentre lo dice : e non amai così tanto la vita!
Sembra così semplice cantare quest’aria senza sbracciarsi , senza singulti e disperate espressioni , credo però che il segreto di Jonas sia tutto nella sua enorme capacità istrionica di sdoppiarsi ed entrare nel personaggio , lo conosco da tanti anni ormai e esempi come questo potrei farne a decine .
Così i suoi personaggi sono talmente parte di lui che si sdoppia in scena e diventa “l’altro da sé “ abbandonandosi al canto , in qualche modo ignorando la grande tecnica di cui è ampliamente consapevole e che possiede totalmente.
Se vogliamo essere proprio fanatiche aggiungerei qche questo risultato lo raggiunge in tedesco , in italiano e in francese , nelle opere e nei Lieder e anche nelle canzoni tedesche e viennesi che oltre a tutto ama riscoprire.
Una sorta di Re Mida della lirica e gli sono grata che nel suo vastissimo repertorio mi abbia portato a ri-conoscere tanta musica che credevo già mia e che grazie a lui si è illuminata di nuove preziose sfumature.