Ho acceso e spento il computer due o tre volte oggi.
Volevo che la giornata di ieri non restasse chiusa nel mio cuore e non volevo che in questi giorni bui il non condividere un momento di gioia restasse egoisticamente solo dentro di me, ma non riuscivo a raccontarla.
Era cominciata strana : 19 marzo , la festa del papà , per me un ricordo personale duro e doloroso .
Il quindicesimo anniversario della morte improvvisa del compagno della mia vita .
Sono sempre andata a messa in quel giorno , sono sempre andata al cimitero , ho sempre portato i fiori , annaffiato le piante .
Quest’anno ,ragionevolmente, niente di tutto questo .
La solitudine rende i gesti quotidiani sempre più vuoti e al tempo più solenni : colazione , lettura dei giornali online , poca televisione , il libro che lentamente rileggo sulla vita di Mahler , non mi sono vestita .
Ma era anche il giorno , casualmente , in cui mia nipote si sarebbe laureata via Skype , da casa sua , con la mamma , il papà , il fratello e la nonna che vive accanto a loro .
Io ragionevolmente a casa ad aspettare il risultato . Poi , verso le cinque un messaggio : dai nonna , vieni su!
Un attimo , mi sono vestita di corsa e sono uscita correndo : a metà strada ( in tutto sono tre minuti ) mi sono accorta di avere scordato la mascherina d’ordinanza : conversione alla rotatoria , rientrata in casa , preso mascherina , ripartita .
Ho trovato mia nipote elegantemente vestita di tutto punto , truccata e serena davanti al suo 15 pollici aperto.
Appartengono davvero ad un mondo nuovo questi ragazzi : i professori in chat , ognuno a casa sua e il laureando che se ne sta davanti al monitor e parla a quattro professori di cui vede solo i volti .
Noi poveri parenti rigosamente mascherati , dietro la porta a origliare : lei doveva essere sola davanti alla commisssione per regolamento.
Tutto virtuale , anche la valutazione della commissione in una ulteriore chat a parte e infine la proclamazione dei risultati.
La bella corona rinascimentale in testa fatta dalla mamma con le foglie del giardino, la nonna social addetta alle foto , ogni volta dovevo levarmi la mascherina perché ho un telefono col riconoscimento facciale , brindisi e abbracci da lontano.
Una cerimonia totalmente assurda e virtuale , ma con un concretissimo, bellissimo risultato .Non me la potevo tenere per me ; in tanta angoscia e tristezza che ci circonda una piccola isola di felicità e il segno che , prima o poi , una nuova vita professionale stia cominciando.
Un paio d’ore dopo davanti alla televisione : la conta dei morti si allunga , il picco sembra allontanarsi , la casa silenziosa e vuota .
Chiudo le persiane e rientro nella mia prigione solitaria , la vita si accorcia . Ammesso ancora di averne qualche rimasuglio davanti a me.
T’ho ritrovata! Un lume nel buoi.
Brava la laureata, tanto bella.
(Spero non sia una doppia – ho cambiato computer e sorgono ancora dei piccoli fraintesi)
Buio. Non buoi.
finalmente ci siamo ritrovate ! Bentornata amica mia lontana in questi tempi davvero bui