Con grande emozione ho assistito alla cerimonia in memoria delle vittime del Covid da Bergamo .
Devo fare tutti i miei complimenti per la sobrietà e l’eleganza con cui il mio amico Francesco Micheli nella sua qualità di direttore artistico del festival Donizetti ha saputo gestire un evento così particolare e nella sua essenzialità estremamente toccante.
Credo che molti lo abbiano visto in diretta RAI , io l’ho visto stamani sul sito del Corriere della Sera e sono rimasta incantata dalla “regia” neanche tanto occulta che è stata data alla cerimonia.
La stupida polemica che alcuni hanno tentato nello stigmatizzare la presenza delle mascherine per l’orchestra e il coro è stata subito rintuzzata da persone civili di buon senso che hanno ricordato quanto martoriata sia stata quella terra da richiedere quasi una forma di rispetto nei confronti dei tanti che erano stati chiamati a commemorare.
Civiltà e rigore , bellissime sia la poesia recitata da una giovane davanti al Presidente della Repubblica che il perfetto brano manzoniano letto da Francesco : Dio mio , sembrava scritto apposta !
Certo che se nel nostro paese ogni tanto , senza tanta retorica , riusciamo ad essere così perfettamente civili ed europei credo ci sia ancora speranza per quello che hanno vissuto e forse anche vinto la terribile esperienza quelle terre lombarde.
Due parole per il Requiem di Donizetti : non lo conoscevo e l’ho trovato veramente bellissimo , valorizzato dall’ottima direzione di Riccardo Frizza con le voci di Eleonora Buratto, Annalisa Stroppa , Piero Pretti, Alex Esposito e Federico Benetti .
Un plaudo anche al maestro del coro Fabio Tarti che ha istruito il coro mascherato e non credo sia stato facile.
Bravo il sindaco Gori ad avere scelto questo tipo di cerimonia al Cimitero Monumentale di Bergamo , ogni tanto ci si sente orgogliosi di essere italiani.
Il solito grazie anche al nostro Presidente , quel suo essersi messo in mezzo ai Sindaci, quando i gesti hanno un significato che vale più di mille parole.