E’ passato un anno da quando due turisti cinesi di Wuhan furono prelevati da un albergo di Roma e portati allo Spallanzani , era il primo campanello del virus cinese che si affacciava ufficialmente in Italia.
A loro andò bene , dopo qualche mese e molti ringraziamenti all’Italia sono tornati in Cina . Meno bene cominciarono ad andare le cose in Italia nel basso Veneto e soprattutto nella Bergamasca:
Ormai non è neanche più cronaca , è storia di una pandemia feroce che sta paralizzando l’intero pianeta Terra.
Ci siamo scivolati dentro a fasi alterne , terribile nelle scorsa primavera , una specie di tregua o di armistizio estivo e poi mentre tutto intorno a noi assumeva il carattere globale ci siamo ritrovati con la mascherina sul viso , perso ogni ricordo di abbracci, saltate le cene tra amici , persi i contatti reali con i nostri simili , chiusi nelle paure e tutti in attesa del miracolistico vaccino che dovrebbe riportarci alla vita di un tempo.
Sembra incredibile ma a Londra a marzo ancora la gente circolava tranquilla , a Parigi si prenotavano gli spettacoli , si facevano progetti.
Oggi la speranza più azzardata è quella di riprendere un aereo , forse, nella prossima estate , se tutto andrà bene e se i famosi vaccini che mi ricordano tanto la boccettina del “ balsamo di Arabia” portato in volo da Kundry per risanare il povero Amfortas saranno disponibili nelle dosi che serviranno a vaccinare perlomeno i vecchi , i malati , i vulnerabili.
Stiamo vivendo un brutto sogno collettivo con tante reazioni diverse a seconda delle età e dei problemi della vita di ognuno.
Si possono osservare tante ossessioni nel mondo che ci circonda : ci sono i seguaci di Lady Macbeth ( quelli ossessionati dal continuo sanificarsi le mani in modo compulsivo ), quelli con la doppia mascherina , quelli che invece seguitano a tenerla sotto il naso con gesto automatico di risalita che ormai è tic diffuso , i cretini che ce l’hanno con logos e griffes tipo bandiere nazionali e amenità varie .
Poi ci sono quelli che nero fa più distinto , quelli che la chirurgica ce l’hanno bisunta , quelli ( ma ormai sono pochissimi ) che non se la mettono proprio come una sfida e ti guardano brutto se li guardi con riprovazione.
Ci ha detto l’illustre virologo di turno che , forse , riusciremo a levarcele fra un paio d’anni !
Ho pensato cinicamente che forse non ci arriverò neppure.