Avevo parlato di ricerche concatenate : ebbene dalla visione di una banalissima messinscena scaligera del dittico Die Seben Todstünden e di Mahagonny Songspiel di Kurt Weil e Bertold Brecht passo a rivedere lo streaming di Lulu di Berg da Salisburgo , dieci anni fa (ogni tanto ripassa su Classica e vale sempre la pena di rivederlo) non fosse altro per la stupenda interpretazione di Patricia Petibon.
Un abisso tra i due approcci : da una parte una leccata rivisitazione patinata in stile d’epoca ,dall’altra una graffiante metafora della stessa epoca: vero che Kurt Weil non è Berg , ma è anche vero che con gli avanzi e i tempi stretti non si fa sicuramente un bel servizio alla musica e al ricordo di un’epoca cosi’ drammatica e piena di suggestioni come fu quel primo nefasto Novecento grondante tanta metaforica distruzione.
Allora vado a cercare e trovo il programma di sala di una Lulu di Spoleto , c’era di mezzo addirittura Roman Polanski come regista!
Concatenando riprendo il Vaso di Pandora di Wedekin e scappa fuori la Lulu di Pabst . La Valentina di Crepax gli deve molto.
Cerca cerca e nella confusione trovo anche un programma di sala del Musikverein con tanto di firma di Kaufmann, diomio , di questo concerto non avevo proprio più memoria!
Il mio amatissimo mi dovrà perdonare , evidentemente sono andata troppe volte a chiedere un autografo , quel suo sgorbio che sembra un ideogramma cinese ce l’ho davvero su troppi programmi. Per sua fortuna e mia disgrazia non credo che avrò molte più occasioni in futuro di andare a dargli fastidio : come un po’ cinicamente lui stesso ha detto in una intervista “ il pubblico che mi segue è anche mediamente molto avanti con l’età.”
Il ritiro prosegue , qui non abbiam che fare ….seguito a giocare ai ritrovamenti.