Molti anni fa di ritorno da un intessante e lungo viaggio in Unione Sovietica mi resi conto di saperne davvero poco di quel popolo e della sua storia , così mi comprai in grosso testo in ben due volumi e ci studiai sopra per molto tempo .
Ma forse avevo saltato la premessa illuminante che ho letto adesso ed è un’affermazione che contrasta totalmente con l’idea di una Russia che sarebbe stata domani quello che quello che è l’Europa di oggi . In altri termini si ricostruiva un processo storico a priori , ricalando il percorso europeo mentre oggi sappiamo che non è stato affatto confermato dalla realtà.
Nonostante il pregiudizio che la Russia dall’età di Pietro il Grande si sia incamminata verso una occidentalizazione ,avvallata dal lungo cammino culturale dei grandi scrittori ottocenteschi ,in realtà non è mai avvenuto un superamento del Terzo Stato e l’arretratezza e la debolezza della borghesia russa ne hanno provocato uin paradosso storico confermato dalla grande rivoluzione sovietica .
La storia della società russa si è sempre differenziata dal processo evolutivo della società europea occidentale e dire che la Russia è parte integrante dell’Europa forse costutuisce un errore nel quale sono caduti analisti e storici e il risultato lo abbiamo oggi sotto i nostri occhi.
Un paese di steppe troppo grande , privo di quei confini naturali che disegnarono gli stati europei , resta alla Russia solo la forza delle sue vie d’acqua e il naturale sbocco in quel mare di Azov e poi sul Mar Nero che ne fanno il naturale sbocco economico e commerciale.
Ho appena cominciato a rileggere e sono già a constatare che la grande Russia fu la Russia di Kiev , che i suoi fondatori storici si insediarono in quelle regioni meridionali e che il suo naturale sbocco fu sempre verso Oriente.
Per i popoli del Nord c’era anche la rotta balcanica , secondo anello di congiunzione attraverso la grande Novogord sempre però collegata attraverso la storia dei suoi regni e della sua religione verso un divenire slavo- finnico tanto lontano dal sogno letterario della grande letteratura ottocentesca.
Forse lo hanno colto meglio i musicisti , il gruppo dei Cinque che ne hanno valorizzato la tradizione , in effetti la grande Russia , ci si rassegni a convenirne , non fa per niente parte della nostra realtà occidentale.
cftr. Storia della Russia – Valentin Gitermann